martedì 12 febbraio 2019

RECENSIONE DI EDI MINGUZZI

G:Sgubbi, , Giurisdizione civile ed ecclesiastica di Imola e Faenza in epoca romana, 2006.
Il lavoro di G. Sgubbi, Giurisdizione civile ed ecclesiastica di Imola e Faenza in epoca romana, si inquadra nell’ambito degli studi topografici dell’Italia antica, e propone un approccio nuovo e originale al tema dei confini della zona emiliano-romagnola. All’argomento l’autore ha già dedicato numerosi saggi e articoli che hanno gettato nuova luce su luoghi, eventi e presenze storiche di età romana, tardoantica e medievale: Il Sillaro confine della Romagna, Ravenna, 2003, Solarolo dalla antichità al Mille, Ravenna, 1992, Il Senio l’antico Tiberiacum, Ravenna, 2002, Un enigma di Pieve Ponte: il titolare S.Procolo, Ravenna, 2003, Sulla località Quinto dove nel 536 D.C. fu ucciso il re dei Goti Teodato, “Historia”, 2, Stuttgart, 2005, Dai primi abitanti alla colonizzazione romana, in Storie di un millennio, Russi ,1993, I confini Solarolesi, Solarolo, 1987, Il confine romano fra Imola e Faenza era segnato da due “Quintari”, Solarolo, 2006. Già solo i titoli sono indicativi degli orientamenti e degli interessi che hanno stimolato la ricerca. Sulla base di dati archeologici, antropologici, storici, urbanistici, e di una ricchissima documentazione (in bibliografia compaiono più di seicento opere consultate) questo lavoro propone risposte ardite e innovative, ma plausibili e motivate, a una serie di problemi che finora non hanno trovato soluzioni definitive, primo fra tutti l’esistenza in età augustea di una regione denominata Aemilia, territorialmente corrispondente all’attuale regione Emilia-Romagna. Contro il parere della maggioranza degli studiosi, Sgubbi, dopo attenta valutazione delle fonti storiche e documentarie, giunge alla conclusione che tale regione non esisteva. Fissato questo punto, lo studioso si prepara ad affrontare un’altra vexata quaestio, e cioè il confine civile fra Vicariato Annonario e Vicariato Suburbicario, e il confine ecclesiastico tra metropoli romana e metropoli milanese, al fine di precisare la posizione giurisdizionale di Imola e di Faenza nella tarda romanità. L’autore passa in rassegna criticamente i contributi di altri studiosi, e, sulla base di una documentazione ricca e varia, giunge alla conclusione che con ogni probabilità Imola e Faenza non dipendevano da Milano, ma da Roma. Il denso e incisivo lavoro di Sgubbi propone tematiche e prospettive che aprono il campo a nuove ipotesi di lavoro: se le sue conclusioni sono valide, alcune pagine della storia ecclesiastica dell’Italia settentrionale dovrebbero essere riscritte.
Edi Minguzzi
Università degli Studi di Milano


Recensione pubblicata nel vol. 27/1/2007 della rivista spagnola “Quadernos di Filologia Clàsica” (Universidat Complutense de Madrid)

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