L’EVASORE FISCALE: MA CHI E’
COSTUI ??
Dai giornali e dalle TV abbiamo
appreso che un vero e proprio “flagello” sta imperversando
dalle Alpi alla Sicilia e che se non arrestato metterà in
discussione il “sistema Italia”.
Si tratta dell’evasore fiscale, cioè
di un soggetto che non intende pagare le tasse o le paga solo in
parte.
La situazione sarebbe talmente grave
che oscurerebbe la tristemente nota “peste nera “Eliminare”
l’evasore è perciò diventato il compito primario dei nostri
governanti.
Considerato le forze che si apprestano
a scendere in campo, l’evasore non ha più scampo, ha le ore
contate, ben presto sarà costretto ad arrendersi “senza
condizioni”.
Ma siamo sicuri che con la decimazione
dell’evasore, i problemi che affliggono l’Italia saranno
definitivamente risolti? Se lo stato non fosse in grado di
riscuotere le tasse, oppure le riscuotesse solo in parte, la lotta
all’evasione sarebbe pienamente giustificata, ma considerato che
lo stato italiano è ai primissimi posti nel mondo come prelievo
fiscale pro capite, non sarebbe forse il caso di pensare che il tal
spiegamento di forze dovrebbe essere usato per combattere ben altri
“mali” per esempio lo sperpero, la corruzione e la burocrazia?
Il problema non è come riscuotere i
soldi, ma bensì come spenderli. Ma ammettiamo pure , ammesso
ma non concesso, che senza “scovare” l’evasore, l’Italia
corra il rischio di “affondare”, la prima cosa da fare è
di individuarlo correttamente, cioè conoscerlo con nome, cognome,
indirizzo, in caso contrario non si vede come possa essere
efficacemente combattuto.
Perciò la prima domanda da fare è,
chi è l’evasore? Purtroppo non lo sa il governo che deve dare
disposizioni per combatterlo, non lo sa il parlamento che deve
approvare il da farsi, non lo sa il finanziere che deve scovarlo, non
lo sa l’agenzia delle entrate che, studi di settore alla mano,
deve determinare l’ammontare dell’evasione, non lo sa Equitalia
che ha il compito di riscuotere il “mal tolto”. Le
conseguenze di questa mancanza di “conoscenza” le abbiamo sotto
gli occhi, ad alcuni viene chiesta una “presunta” cifra, che
moltissimi di loro non possono assolutamente pagarla , ad altri, in
particolare i grandi evasori, non possono essere neanche toccati in
quanto completamente sconosciuti al fisco. Gli evasori sono
sconosciuti anche al presidente della repubblica Napolitano, infatti
si è limitato a dire che questi non possono definirsi
italiani. Lo scopo di questa frase è evidente, si dice agli
evasori di autovergognarsi e si spera che in massa vadano a
costituirsi. Al presidente Napolitano alcune domande dobbiamo
pur farle. Quelli che si sono suicidati in quanto non erano in
grado di dare allo stato quello che lo stato aveva chiesto, potevano
o non potevano definirsi italiani? Le decine di migliaia di
imprenditori che hanno chiuso le loro aziende “per tasse”,
possono o non possono definirsi italiani?
Le centinaia di migliaia di piccoli
artigiani e piccoli negozianti, che senza una piccola evasione
sarebbero costretti ad abbassare definitivamente la loro saracinesca,
perciò una evasione “per legittima difesa”, possono o non
possono definirsi italiani? Al presidente Napolitano si può fare
una domanda ancor più precisa: signor presidente, se Lei fosse un
pensionato con una pensione inferiore ai 500 euro mensili, in Italia
sono milioni, e nell’intento di fare un piccolo lavoro in nero,
indispensabile per vivere, fosse “scovato” da un finanziere e
che questi lo apostrofasse con la frase lei non può definirsi
italiano, cosa risponderebbe? Signor presidente, la Sua è stata
una frase molto ma molto “infelice”.
Purtroppo, e questo è il vero dramma
italiano, quelli che dicono le tasse bisogna pagarle, non
solo non sanno chi sono gli evasori, perciò non sono in grado di
sapere chi può o non può pagarle, ma sono anche quelli che avendo
uno stipendio o pensione di poco inferiore ai 10.000 euro mensili,
le tasse le possono pagare “senza problemi”, ma che dire di
quelli che senza una piccola evasione, non arriverebbero alla
fine del mese?
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna
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