martedì 5 febbraio 2019

CONSIGLIO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

UN CONSIGLIO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Nonostante che l'attuale presidente del consiglio abbia fatto alcune azioni, non in odor di santità, l'ennesimo governo non eletto dal popolo, sul come ha disarcionato Letta, detto alcune cose il giorno prima e rimangiate il giorno dopo, ecc, moltissimi italiani, hanno fiducia in lui.
Renzi merita di essere messo alla prova, poi, se non mantiene quello che ha promesso, giustamente glie ne saranno dette di tutti i “colori”.
Naturalmente occorre avere un po di pazienza, infatti non ha la bacchetta magica, non si può pretendere che in pochi mesi, possa rimettere in sesto una nazione che a dovuto subire per decenni un sistematico saccheggio, perpetrato impunitamente dai partiti italiani.
Come è noto i nostri partiti avevano formato dei comitati d'affari, non per il bene degli italiani, ma per le loro tasche.
Agli italiani la pazienza non deve mancare , anche perchè , come qualcuno giustamente ha fatto presente, per fare tutto quello che Renzi ha promesso, occorrerebbe almeno un secolo.
Non deve sorprendere, se al seguito della presentazione del suo programma, non gli siano stati tributati calorosi applausi, per forza, ha fatto venire dei grandi “mal di pancia”, in particolare agli inquilini del senato. Possiamo capirli, è stato comunicato a loro lo sfratto.
Alla luce del motto “che un consiglio non si deve negare a nessuno” ritengo opportuno dare anche a lui un consiglio, che inutilmente ho dato pure ad alcuni dei suoi predecessori
.Prima possibile faccia una visita, di almeno mezza giornata, a tre anziani lavoratori autonomi, un artigiano, un commerciante ed un coltivatore diretto. Già al primo sguardo si renderà conto che questi hanno lavorato come le bestie, infatti gli è scritto in faccia. Ascoltandoli apprenderà molte cose, che poi dovrà far conoscere alla moltitudine di persone che si sono appollaiate nella pubblica amministrazione, in particolare ai burocrati, in quanto questi , salvo lodevolissime eccezioni, cosa significa lavorare NON LO SANNO.
Se Renzi parlasse con i lavoratori autonomi non avrebbe bisogno di parlare con le loro confederazioni, in quanto la stragrande maggioranza dei loro addetti, non sanno come vivono i loro “assistiti”.
Ma tale visita sarebbe utilissima a Renzi, anche per una altra ragione, potrebbe finalmente far conoscere ai suoi ministri alcune cose, a loro completamente sconosciute. Per esempio, che gli artigiani, i commercianti ed i coltivatori diretti, pur essendo quelli che hanno lavorato più di tutti, sono pure quelli che ricevono la pensione più bassa, che questi non sono stati messi nella condizione di avere una copertura in caso di malattia, che se perdono il lavoro, non sono stati messi nella condizione di poter usufruire degli indispensabili ammortizzatori sociali, e, molto importante, non potendo, per ovvie ragioni, essere degli assenteisti e dei nullafacenti, danno allo stato molto di più che quello che lo stato da a loro,.
Alla luce di tutto questo, se Renzi vuole veramente far qualcosa per l'Italia, deve mettersi in testa, e mettere in testa ai suoi ministri, che lasciare spremere come dei limoni i lavoratori autonomi, è un vero e proprio crimine.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna

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