martedì 12 febbraio 2019

LO PS.SCILACE E LA VIA LONGA

IL TRAGITTO TERRESTRE SEGNALATO NEL PERIPLO DELLO PS-SCILACE
Da tempo sostengo che l’attuale via Lunga, una strada che dalla via Emilia(in corrispondenza della valle del Senio), arriva nei pressi di Spina,abbia le caratteristiche necessarie per poter formulare l’ipotesi che possa corrispondere al tracciato terrestre segnalato nel periplo dello Ps-Scilace.
Vediamo cosa è scritto in detto periplo: Gli Etruschi con la città greca di Spina, distante 20 stadi dal mare, lungo il fiume Eridano, e distante 3 giorni di cammino da una città Etrusca sul Tirreno.
Tutti gli studiosi concordano che detta strada è la più antica citata dalle fonti, mentre invece al riguardo della individuazione del possibile antico percorso, i pareri non sono concordi.
A parere di alcuni, il tracciato potrebbe corrispondere a: Spina, Ravenna, Faenza, valle del Lamone, Firenze, Pisa. Per altri invece potrebbe essere : Spina, Bologna, valle del Reno, Pisa. TRALASCIANDIO LA POCO CREDIBILE AFFERMAZIONE CHE IN SOLI TRE GIORNI DI VIAGGIO FOSSE POSSIBILE PERCORRERE NON MENO DI 200 Km, e pur considerando Pisa la città etrusca del Tirreno,anche se non espressamente citata nel periplo,vediamo, tenendo conto in particolare della possibile praticabilità dei vari percorsi, a quale tragitto può invece corrispondere.
Poco probabile il percorso Spina, Ravenna , Faenza, valle del Lamone: a quei tempi nel tratto Spina-Ravenna sfociavano vari fiumi romagnoli, perciò ben difficilmente in quel tratto poteva esserci una strada ben praticabile, basti pensare che all’epoca dell’Itinerario Antonimi,almeno 4 secoli dopo il periodo che stiamo trattando, buona parte del tragitto Spina-Ravenna , si faceva solo in barca.
Altrettanto difficoltoso era il tragitto Spina, Bologna, valle del Reno; oggi , pur essendo più lungo, sarebbe un discreto tragitto, ma all’epoca occorreva attraversare vari fiumi e vastissime paludi. Perciò a mio parere e per un insieme di validi ragioni, non solo perché più corto, ma in quanto l’unico praticabile, era quello che attualmente corrisponde alla già ricordata via Lunga.
Le ragioni che porto sono queste: ove attualmente è tracciata la via Lungo, vi è da tempi antichissimi una lingua di terreno molto alta, quasi fosse una sottile penisola, , non a caso il Santerno fu costretto a deviare il suo percorso, ed il Sillaro non riuscì mai a superala, ebbene tale alta fascia di terreno, esente da alluvioni e sopraelevata rispetto alle paludi, ben presto si prestò ad essere usata come via di comunicazione terrestre.
L’esistenza in loco di un terreno alto ed asciutto anche in tale epoca, ce lo conferma l’archeologia; lungo tale via, per molti Km verso la bassa e a pochissima profondità, meno di un metro, vi sono moltissimi abitati preistorici.
Perciò lungo la via Lunga per quanto riguarda il percorso da Spina fino ai piedi delle colline. Per poi attraversare gli Appennini, si poteva scegliere la valle del Lamone, del Santerno, del Sillaro od altre valli, ma, a mio parere , la più comoda era quella del Senio.
Ho fatto in modo che questa mia ipotesi fosse conosciuta da qualche studioso del “ramo”, ma devo riconoscere che non ha avuto molta “fortuna”,infatti, è stata accolta con un generale scetticismo. (Siamo negli anni ottanta, fra qualche decennio, lo scetticismo sarà dai fatti costretto a scomparire).
Recentemente ho avuto la possibilità di venire a conoscenza di una delle ragioni per cui le mie ipotesi non sono state prese nelle dovute considerazioni: uno studioso mi ha rivolto questa domanda: ma perché signor Sgubbi parla solo degli Spineti che dovevano dirigersi verso Bologna e non del Bolognesi che dovevano dirigersi verso Spina?.
Questa domanda, se ho ben capito, mi permette di conoscere una delle ottiche con cui gli studiosi vedono la vicenda: gli Etrusci arrivano dalla Toscana, fondano Marzabotto,, Felsina, Mantova ed altre città padane ed usano Spina come porto dell’Adriatico, perciò non si vedrebbe la necessità di un transito lungo la valle del Senio, tanto meno per arrivare a Spina si debba necessariamente percorrere un lungo tratto di strada ai piedi delle colline per poi usare la via Lunga.
Prendo atto che il ragionamento potrebbe essere logico, ma fra le altre cose non si tiene conto di due importanti particolari: Primo: i sassi della Spina etrusca provengono dalle colline romagnole , o meglio ancora, dalla valle del Senio,, , se vi fosse stata una direttrice antica fra Spina e Bologna, fra l’altro sarebbe stata più breve, il materiale sassoso sarebbe di provenienza bolognese. Secondo: la presumibile strada Spina- Bologna non è ancora stata rintracciata, come si spiega? Non può essere trovata in quanto a mio modesto parere non esisteva|.
La direttrice che io propongo può essere stata usata in precedenza da popolazioni arrivate in zona in tempi antichi,(Pelasgi fondatori della prima Spina, Micenei per andare nella Italia centrale, altri popoli ricordati nelle saghe argonautiche, dai Dardani ed eroi fuggiti da Troia, e perciò dagli Spineti.)
Naturalmente questo tragitto poteva essere usato anche per scopi diversi:A per raggiungere Felsina(via Lunga, per uscire dalle paludi e poi deviando a destra percorrendo una antica via corrispondente alla attuale via Salaria. B :per dirigersi in Toscana (via Lunga fino ai piedi delle montagne e proseguire lungo la valle del Senio) L’ambra tipo “tirinto” , il materiale etrusco e la ceramica micenea , reperti rinvenuti in detta valle, dimostrano che tale transappenninica è stata usata ininterrottamente dall’epoca “pelasga” all’epoca Etrusca.
Sgubbi Giuseppe
Solarolo 1986

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