martedì 12 febbraio 2019

LA ROMAGNA AI ROMAGNOLI

LA ROMAGNA AI ROMAGNOLI
All’insegna del “dividi ed impera”e calpestando la tanto sbandierata “autodeterminazione dei popoli” il consiglio regionale emiliano-romagnolo, fa di tutto per impedire che venga indetto un democratico e costituzionale referendum che permetta ai romagnoli di scegliere o meno la formazione della regione Romagna, che, fra l’altro, metterebbe anche la parola fine ad un vergognoso smembramento.
In Romagna vi sono dei prodotti tipici romagnoli, si pensi ai prodotti ortofrutticoli, prodotti legati alla nostra storia, alla nostra gente, alla nostra tradizione culturale, cioè prodotti DOC, ebbene una delle prime norme necessarie alla tutela di questi prodotti è quella di delimitarne chiaramente i confini territoriali, diversamente non è possibile esaltarne la necessaria diversità ed unicità.
L’indizione di un referendum che dia la possibilità ai romagnoli di esprimersi al riguardo della autonomia romagnola, mette in evidenza la necessità di disegnare un confine, non si vede, in caso contrario, come sia possibile effettuare una regolare raccolta di firme, come sia possibile sapere quali siano i cittadini chiamati al voto, ed in caso affermativo, come sia possibile sapere quale sarà il confine fra le due regioni.
Da tempo immemorabile esiste un confine fra la Romagna e l’Emilia, non segnato da nessuna parte, ma da tutti conosciuto, si tratta del corso del fiume Sillaro, dalla sorgente al Reno e dal corso di questo ultimo fiume al mare.
Purtroppo la giunta regionale si oppone anche alla designazione di questo confine, la ragione di questo persistente rifiuto è fin troppo noto, è un modo come un altro per impedire che venga indetto il sopra citato referendum.
I bolognesi guidati dal “romagnolo” Errani, considerano la Romagna una loro “colonia”, conseguentemente anche noi ravennati siamo costretti a vivere in una area a “sovranità limitata”.
La primaria funzione dei consiglieri provinciali, eletti nelle liste del PD, è quella di essere dei veri e propri “cani da guardia” ad una sudditanza che frena lo sviluppo culturale e turistico della nostra provincia.
Sgubbi Giuseppe

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