IL
SENIO ED IL SANTERNO MORMORANO (6)
Lettera
aperta dell'Euro agli elettori italiani
Tema
della serata; cosa direbbe l'Euro se potesse parlare.
Come
al solito, riporterò fedelmente ciò che è emerso dal dibattito
di gruppo.
Carissimi
elettori, inizio dall'inizio.
Dopo
10 anni di travagliata gestazione, il 1 gennaio del 1999 sono
venuto alla luce, sono passati 15 anni, ma mi ricordo perfettamente
la successione degli avvenimenti.
Un
pallido sole illuminava l'abbondante nevicata del giorno prima. Sala
del conclave europeo, particolarmente affollata, dopo alcune fumate
nere, arrivò la tanto attesa fumata bianca, a quel punto il
ciambellano di corte pronunciò la fatidica frase; Avemus Eurus.
Pur
essendo ancora in fascie, fui issato nel punto più alto del
parlamento europeo, posizione favorevole che mi permise di vedere
tutto ciò che stava accadendo; baci, abbracci, pacche sulle
spalle, lacrime di gioia e tanti brindisi, in particolare birra.
Ma
vidi anche alcune scene non troppo edificanti, alcuni, anche
contro la loro volontà, quasi con la forza, furono costretti a
firmare tutti i trattati, ma, considerato che alcuni avevano alzato
troppo il “gomito”, non si resero conto che stavano
firmando anche assegni e cambiali in bianco.
Vidi
pure alcuni italiani che cercarono, purtroppo inutilmente, di
convincere i delegati spagnoli a fare fronte comune per impedire
regole asfissianti.
Come
è noto, vi erano numerosi osservatori esterni, ebbene, uno di
questi, un ex premio Nobel in economia, dopo aver attentamente
osservato l'evolversi delle procedure, fece presente che tale
moneta sarà utile alle economie forti, ma sicuramente dannosa per
le economie deboli, e aggiunse una frase, che a distanza di 15
anni considero profetica; per la Germania sarà una pacchia, per
Spagna, Italia e Grecia, sarà invece un disastro.
Vediamo,
quali erano sulla carta, gli scopi e le funzioni della mia entrata
in campo.
Integrazioni fiscali e
politiche delle varie nazioni,
avvicinare
l'Europa ai cittadini, ridurre le distanze fra paesi ricchi e paesi
poveri, potenziare la crescita collettiva, favorire la competitività
delle imprese, diventare per tutti un porto sicuro, cioè un ombrello
per difendersi dalle calamità finanziarie. Come è noto la
stragrande maggioranza di queste buone intenzioni sono rimaste sulla
carta, in verità la mia nascita è stata per voi italiani un
totale fallimento, un premeditato tradimento, la vostra rovina.
Prendo
atto che pure io mi ero fidato dei miei padri, padri ingrati! Mi
hanno fatto scendere in campo, senza aver creato le strutture che mi
permettessero un seppur minimo funzionamento. Invece di curare i
mali li ho accentuati.
Questi
miei padri dovrebbero essere processati in quanto sapevano, che per
la stragrande maggioranza degli stati membri , avrei creato solo dei
disastri. Cosa hanno fatto questi furbastri? A mia insaputa e
all'insaputa degli stati più poveri, hanno fatto delle regole,
vere e proprie tagliole, che creeranno ostacoli quasi
insuperabili a chi fosse eventualmente intenzionato a fare marcia
indietro.
Non
a caso il cancelliere tedesco Helmut Schmidt ha potuto
successivamente e trionfalmente esclamare, “la grande forza
dell'euro e che nessuno può andarsene senza danneggiare in modo
severo il suo paese e la sua economia.”
Cari
italiani, come è noto il 25 maggio sarete chiamati ad esprimere
il vostro voto. Piaccia o non piaccia sarà un referendum, pro o
contro l'euro.
Mi
risulta che molti di voi sareste intenzionati ad “andare al
mare”, gravissimo errore, andate ad informarvi ed andate a
votare.
Se
mi è permesso, vi do un amorevole consiglio, votate per chi
volete, ma siate euroscettici. Per la prima volta, voi italiani vi
trovate di fronte ad una grande occasione, non lasciatevela
scappare, datemi un calcio nel sedere, mandatemi al diavolo,
levatevi il cappio che qualcuno vi ha messo nel collo, riprendetevi
la vostra sovranità , stampate la vostra indispensabile moneta e,
importantissimo, tornate ad essere i protagonisti del vostro
futuro.
Senza
alcun dubbio, alcuni “interessati” informatori, vi
elencheranno anche alcuni aspetti positivi, che ovviamente l'euro
contiene. Ma in particolare vi faranno presente, che uscire da
tale moneta sarà per l'Italia una catastrofe, ma non porteranno
prove che lo confermano. In particolare vi diranno che ritornando
alla lira, le indispensabili materie prime saranno per voi più
care, indubbiamente è una verità, ma attenzione, la vostra materia
prima è il turismo, quello non lo dovete comprare, ma vendere.
Al
riguardo del mio futuro, me la vedo brutta, la fine che sto facendo,
me la sono ampiamente meritata.
Appena
nato fui salutato con l'Inno alla Gioia di Ludwing van Beethoven,
da oggi in avanti, al seguito di una mia pressante richiesta,
sarà suonato il “de profundis “ di Oscar Wilde.
Perdonatemi.
Sgubbi
Giuseppe Solarolo Ravenna
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