domenica 3 febbraio 2019

DA MOTORE DI RICERCA DEL vENEZUELA

IL SENIO ED IL SANTERNO MORMORANO (6)
Lettera aperta dell'Euro agli elettori italiani
Tema della serata; cosa direbbe l'Euro se potesse parlare.
Come al solito, riporterò fedelmente ciò che è emerso dal dibattito di gruppo.
Carissimi elettori, inizio dall'inizio.
Dopo 10 anni di travagliata gestazione, il 1 gennaio del 1999 sono venuto alla luce, sono passati 15 anni, ma mi ricordo perfettamente la successione degli avvenimenti.
Un pallido sole illuminava l'abbondante nevicata del giorno prima. Sala del conclave europeo, particolarmente affollata, dopo alcune fumate nere, arrivò la tanto attesa fumata bianca, a quel punto il ciambellano di corte pronunciò la fatidica frase; Avemus Eurus.
Pur essendo ancora in fascie, fui issato nel punto più alto del parlamento europeo, posizione favorevole che mi permise di vedere tutto ciò che stava accadendo; baci, abbracci, pacche sulle spalle, lacrime di gioia e tanti brindisi, in particolare birra.
Ma vidi anche alcune scene non troppo edificanti, alcuni, anche contro la loro volontà, quasi con la forza, furono costretti a firmare tutti i trattati, ma, considerato che alcuni avevano alzato troppo il “gomito”, non si resero conto che stavano firmando anche assegni e cambiali in bianco.
Vidi pure alcuni italiani che cercarono, purtroppo inutilmente, di convincere i delegati spagnoli a fare fronte comune per impedire regole asfissianti.
Come è noto, vi erano numerosi osservatori esterni, ebbene, uno di questi, un ex premio Nobel in economia, dopo aver attentamente osservato l'evolversi delle procedure, fece presente che tale moneta sarà utile alle economie forti, ma sicuramente dannosa per le economie deboli, e aggiunse una frase, che a distanza di 15 anni considero profetica; per la Germania sarà una pacchia, per Spagna, Italia e Grecia, sarà invece un disastro.
Vediamo, quali erano sulla carta, gli scopi e le funzioni della mia entrata in campo.
Integrazioni fiscali e politiche delle varie nazioni,
avvicinare l'Europa ai cittadini, ridurre le distanze fra paesi ricchi e paesi poveri, potenziare la crescita collettiva, favorire la competitività delle imprese, diventare per tutti un porto sicuro, cioè un ombrello per difendersi dalle calamità finanziarie. Come è noto la stragrande maggioranza di queste buone intenzioni sono rimaste sulla carta, in verità la mia nascita è stata per voi italiani un totale fallimento, un premeditato tradimento, la vostra rovina.
Prendo atto che pure io mi ero fidato dei miei padri, padri ingrati! Mi hanno fatto scendere in campo, senza aver creato le strutture che mi permettessero un seppur minimo funzionamento. Invece di curare i mali li ho accentuati.
Questi miei padri dovrebbero essere processati in quanto sapevano, che per la stragrande maggioranza degli stati membri , avrei creato solo dei disastri. Cosa hanno fatto questi furbastri? A mia insaputa e all'insaputa degli stati più poveri, hanno fatto delle regole, vere e proprie tagliole, che creeranno ostacoli quasi insuperabili a chi fosse eventualmente intenzionato a fare marcia indietro.
Non a caso il cancelliere tedesco Helmut Schmidt ha potuto successivamente e trionfalmente esclamare, “la grande forza dell'euro e che nessuno può andarsene senza danneggiare in modo severo il suo paese e la sua economia.”
Cari italiani, come è noto il 25 maggio sarete chiamati ad esprimere il vostro voto. Piaccia o non piaccia sarà un referendum, pro o contro l'euro.
Mi risulta che molti di voi sareste intenzionati ad “andare al mare”, gravissimo errore, andate ad informarvi ed andate a votare.
Se mi è permesso, vi do un amorevole consiglio, votate per chi volete, ma siate euroscettici. Per la prima volta, voi italiani vi trovate di fronte ad una grande occasione, non lasciatevela scappare, datemi un calcio nel sedere, mandatemi al diavolo, levatevi il cappio che qualcuno vi ha messo nel collo, riprendetevi la vostra sovranità , stampate la vostra indispensabile moneta e, importantissimo, tornate ad essere i protagonisti del vostro futuro.
Senza alcun dubbio, alcuni “interessati” informatori, vi elencheranno anche alcuni aspetti positivi, che ovviamente l'euro contiene. Ma in particolare vi faranno presente, che uscire da tale moneta sarà per l'Italia una catastrofe, ma non porteranno prove che lo confermano. In particolare vi diranno che ritornando alla lira, le indispensabili materie prime saranno per voi più care, indubbiamente è una verità, ma attenzione, la vostra materia prima è il turismo, quello non lo dovete comprare, ma vendere.
Al riguardo del mio futuro, me la vedo brutta, la fine che sto facendo, me la sono ampiamente meritata.
Appena nato fui salutato con l'Inno alla Gioia di Ludwing van Beethoven, da oggi in avanti, al seguito di una mia pressante richiesta, sarà suonato il “de profundis “ di Oscar Wilde.
Perdonatemi.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna

Nessun commento:

Posta un commento