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QUINTARIO:
un’importantissima
strada della centuriazione romana
In ordine di
larghezza queste sono le strade tracciate dagli agrimensori
romani:
1°
Decumano Massimo metri 12;
2° Cardine Massimo metri 6;
3° Quintario metri 3,50;
4° “strade centuriali” metri 2,30
Queste
strade, eccetto il Quintario, sono state ampiamente
descritte e commentate dagli studiosi di
agrimensura, mentre il Quintario,
da quello che mi risulta, è ancora quasi un “oggetto
misterioso”, infatti, dalla stragrande maggioranza non è
citato, e quei pochi che l’hanno citato l’hanno fatto solo
per confermarne l’esistenza.
Più volte, ma senza grandi approfondimenti ho segnalato la
grande utilità del rintracciamento dei quintari, con questo
articolo intendo spiegare bene il mio punto di vista.
Anzitutto
un’indispensabile premessa: quello che dirò corrisponde
esattamente alla situazione della parte occidentale della
centuriazione faentina (Faenza),
ovviamente, per trarne delle conclusioni definitive, occorre
fare il confronto con altre zone centuriate.
Per meglio capirci, inizierò facendo presente alcune cose
che tutti sanno: quando gli agrimensori romani decidevano di
centuriare un nuovo Ager (Agro), per
prima cosa sceglievano dove fondare il forum, fatta la
scelta, possibilmente in zona centrale e, comunemente in
prossimità di un corso d’acqua, tracciavano due strade a
croce, un Decumano Massimo, ed un Cardine Massimo, e con
queste strade, verso i quattro punti cardinali, continuavano
fin dove intendevano segnare il confine dell’Ager, oppure
fino a quando il terreno lo permetteva.
Fatto questo,
ogni 20 actus, circa 705 metri, tracciavano, parallelamente
ai Decumani ed ai Cardini, altre strade, le così dette “centuriali”.
Conseguentemente a questa pratica venivano a formarsi dei
quadrati, le così dette centurie, in questo caso 20x20 actus,
cioè circa 50 ettari di superficie.
Per ragioni non sempre conosciute, a volte le misurazioni in
actus erano diverse; 21x20, 24x20 ecc, in tal caso non ne
uscivano dei quadrati, ma dei rettangoli, ma per il tema qui
trattato la situazione non cambia.
A questo
punto entra in “scena” il problema Quintari.
Ogni 5 strade, sia nel verso dei Decumani che nel verso dei
Cardini, veniva tracciata una strada leggermente più larga
detta appunto Quintario.
Per quale
ragione questa quinta strada rivestiva una grande
importanza?
Quintari dovevano essere sia il Decumano che il Cardine
massimo, lungo i Quintari dovevano essere eretti i
vici, i pagi
ed i santuari, il confine
dell’ager doveva essere segnato da un quintario. Questi
primi dati ci dicono quanto sia importante rintracciare i
quintari, rintracciarli correttamente significa dare un
grosso contributo non solo ai problemi di confine, ma in
particolare favorire la ricerca di molti agglomerati
dell’epoca.
L’utilità non riguarda solo il periodo romano, riguarda
anche il periodo medioevale ed altomedioevale, infatti,
lungo i quintari, e solo lungo tali vie, sono stati
successivamente erette le pieve, le parrocchie ed i
castelli, non solo, molti confini attuali di comune sono
ancora segnati dai quintari. Si potrebbe affermare, e non
sarebbe un’esagerazione, che i quintari sono più importanti
dei Decumani e dei Cardini Massimi.
Fatta
presente l’importanza, occorre pure far presente con che
“regola” o con che”schemi” questi Quintari erano tracciati,
in caso contrario difficilmente possono essere
rintracciati.
Purtroppo, per tracciare i Quintari venivano usati due
“schemi”, uno per comodità detto “secondo Frontino” e
l’altro detto “secondo Igino Gromatico”.
Prima di analizzarli occorre fare un’importante
precisazione: nei catasti romani i Cardini ed i Decumani
Massimi erano indicati solo con le loro iniziali, CM e DM, e
non numerati. Le strade dette “centuriali” erano indicate
con la dicitura cardini oppure decumani e progressivamente
numerati, primo, secondo, terzo, ecc.
I quintari erano numerati progressivamente e citati col
loro nome, primo quintario, secondo quintario, ecc.
Naturalmente, al riguardo di queste ultime strade, per
distinguerle dalle altre consimili, era pure aggiunta la
parola “sinistro”, se sulla sinistra del cardine o decumano
massimo, oppure “destro” se si trovava sulla destra.
Schema
secondo Igino Gromatico:
giustamente, come abbiamo detto, il cardine oppure il
decumano massimo non doveva essere indicato con un numero,
perciò, escludendo queste ultime e dovendo la numerazione
interessare solo le altre strade, diventavano giustamente
quintari, la numero 5, la 10, la 15 ecc.
Al seguito di questo “schema” si formavano dei quadrati,
detti Saltus, di 25 centurie.
Schema secondo Frontino:
purtroppo non sempre veniva usato il corretto schema prima
indicato, qualche volta si commetteva l’errore di iniziare
la numerazione delle strade includendo, oltre al cardine o
decumano massimo, anche i quintari, al seguito di questo
errore finivano per venire considerati quintari la numero 5,
la numero 9, la numero 13 ecc. Al seguito di questo errore
venivano formati dei “saltus” di 16 centurie.
Nella centuriazione faentina è stato usato l’erroneo schema
detto “secondo Frontino”.
Il
Legnazzi, (1885- 1886), nell’intento di elaborare
la centuriazione fra Imola e Faenza, ignorando l’errore
commesso dagli agrimensori in questa zona, sbagliò
completamente la sistemazione dei quintari, infatti, non
considerò quintario il cardine massimo faentino ed il
cardine massimo imolese.
Al seguito di
queste note appare evidente che per l’utilissima ricerca dei
quintari, occorre tener conto dei possibili errori commessi.
Giuseppe
Sgubbi
Ottobre 2010
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