lunedì 4 febbraio 2019

importante strada romana




 

 
QUINTARIO: un’importantissima
strada della centuriazione romana

In ordine di larghezza queste sono le strade tracciate dagli agrimensori romani:
Decumano Massimo metri 12;
2° Cardine Massimo metri 6;
3° Quintario metri 3,50;
4° “strade centuriali” metri 2,30 
Queste strade, eccetto il Quintario, sono state ampiamente descritte e commentate dagli studiosi di agrimensura, mentre il Quintario, da quello che mi risulta, è ancora quasi un “oggetto misterioso”, infatti, dalla stragrande maggioranza non è citato, e quei pochi che l’hanno citato l’hanno fatto solo per confermarne l’esistenza.
Più volte, ma senza grandi approfondimenti ho segnalato la grande utilità del rintracciamento dei quintari, con questo articolo intendo spiegare bene il mio punto di vista. 
Anzitutto un’indispensabile premessa: quello che dirò corrisponde esattamente alla situazione della parte occidentale della centuriazione faentina (Faenza), ovviamente, per trarne delle conclusioni definitive, occorre fare il confronto con altre zone centuriate.
Per meglio capirci, inizierò facendo presente alcune cose che tutti sanno: quando gli agrimensori romani decidevano di centuriare un nuovo Ager (Agro), per prima cosa sceglievano dove fondare il forum, fatta la scelta, possibilmente in zona centrale e, comunemente in prossimità di un corso d’acqua, tracciavano due strade a croce, un Decumano Massimo, ed un Cardine Massimo, e con queste strade, verso i quattro punti cardinali, continuavano fin dove intendevano segnare il confine dell’Ager, oppure fino a quando il terreno lo permetteva.
Fatto questo, ogni 20 actus, circa 705 metri, tracciavano, parallelamente ai Decumani ed ai Cardini, altre strade, le così dette “centuriali”.
Conseguentemente a questa pratica venivano a formarsi dei quadrati, le così dette centurie, in questo caso 20x20 actus, cioè circa 50 ettari di superficie.  
Per ragioni non sempre conosciute, a volte le misurazioni in actus erano diverse; 21x20, 24x20 ecc, in tal caso non ne uscivano dei quadrati, ma dei rettangoli, ma per il tema qui trattato la situazione non cambia.
A questo punto entra in “scena” il problema Quintari.
Ogni 5 strade, sia nel verso dei Decumani che nel verso dei Cardini, veniva tracciata una strada leggermente più larga detta appunto Quintario.
Per quale ragione questa quinta strada rivestiva una grande importanza? 
Quintari dovevano essere sia il Decumano che il Cardine massimo, lungo i Quintari dovevano essere eretti i vici
[1], i pagi[2] ed i santuari, il confine dell’ager doveva essere segnato da un quintario. Questi primi dati ci dicono quanto sia importante rintracciare i quintari, rintracciarli correttamente significa dare un grosso contributo non solo ai problemi di confine, ma in particolare favorire la ricerca di molti agglomerati dell’epoca.
L’utilità non riguarda solo il periodo romano, riguarda anche il periodo medioevale ed altomedioevale, infatti, lungo i quintari, e solo lungo tali vie, sono stati successivamente erette le pieve, le parrocchie ed i castelli, non solo, molti confini attuali di comune sono ancora segnati dai quintari. Si potrebbe affermare, e non sarebbe un’esagerazione, che i quintari sono più importanti dei Decumani e dei Cardini Massimi.
Fatta presente l’importanza, occorre pure far presente con che “regola” o con che”schemi” questi Quintari erano tracciati, in caso contrario difficilmente possono essere rintracciati. 
Purtroppo, per tracciare i Quintari venivano usati due “schemi”, uno per comodità detto “secondo Frontino” e l’altro detto “secondo Igino Gromatico”.
Prima di analizzarli occorre fare un’importante precisazione: nei catasti romani i Cardini ed i Decumani Massimi erano indicati solo con le loro iniziali, CM e DM, e non numerati.   Le strade dette “centuriali” erano indicate con la dicitura cardini oppure decumani e progressivamente numerati, primo, secondo, terzo, ecc.
 I quintari erano numerati progressivamente e citati col loro nome, primo quintario, secondo quintario, ecc. Naturalmente, al riguardo di queste ultime strade, per distinguerle dalle altre consimili, era pure aggiunta la parola “sinistro”, se sulla sinistra del cardine o decumano massimo, oppure “destro” se si trovava sulla destra.
Schema secondo Igino  Gromatico[3]: giustamente, come abbiamo detto, il cardine oppure il decumano massimo non doveva essere indicato con un numero, perciò, escludendo queste ultime e dovendo la numerazione interessare solo le altre strade, diventavano giustamente quintari, la numero 5, la 10, la 15 ecc. 
Al seguito di questo “schema” si formavano dei quadrati, detti Saltus, di 25 centurie.

Schema secondo Frontino
[4]: purtroppo non sempre veniva usato il corretto schema prima indicato, qualche volta si commetteva l’errore di iniziare la numerazione delle strade includendo, oltre al cardine o decumano massimo, anche i quintari, al seguito di questo errore finivano per venire considerati quintari la numero 5, la numero 9, la numero 13 ecc. Al seguito di questo errore venivano formati dei “saltus” di 16 centurie.
Nella centuriazione faentina è stato usato l’erroneo schema detto “secondo Frontino”.
Il Legnazzi, (1885- 1886), nell’intento di elaborare la centuriazione fra Imola e Faenza, ignorando l’errore commesso dagli agrimensori in questa zona, sbagliò completamente la sistemazione dei quintari, infatti, non considerò quintario il cardine massimo faentino ed il cardine massimo imolese.
Al seguito di queste note appare evidente che per l’utilissima ricerca dei quintari, occorre tener conto dei possibili errori commessi.
Giuseppe Sgubbi
Ottobre 2010


[1] Il vicus era un aggregato di case e terreni, sia rurale che urbano, appartenente ad un pagus che non aveva alcun diritto civile come il municipium o la colonia romana. (wikipedia)
[2] Il termine latino pagus fa parte del lessico amministrativo romano, e stava ad indicare una circoscrizione territoriale rurale (cioè al di fuori dei confini della città), di origine preromana e poi romana, accentrata su luoghi di culto locale pagano prima e cristiano poi. (wikipedia)
[3] Igino Gromatico (in latino: Hyginus Gromaticus) è stato uno scrittore ed agrimensore romano vissuto durante il regno dell'imperatore Traiano (98–117). Il suo soprannome deriva dall'utensile groma, che era un usato dagli agrimensori.
[4] Sesto Giulio Frontino (circa 30-40 – circa 103-104) è stato uno scrittore romano. Frontino è pochissimo studiato nelle scuole e nelle Università sia italiane  che straniere a causa del suo linguaggio semplice, della compilazione non sempre precisa e per lo stile fin troppo generico. Tuttavia, la sua opera (scritta per fini pratici e, forse, personali) è importante perché ha dato agli storici ottime indicazioni per quanto concerne i lavori legati alle opere idriche che si realizzavano nell'Impero Romano.(wikipedia)

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