LE PARLAMENTARIE DEL PD: “L’APPARATO”
HA PRESENTATO IL “CONTO” A BERSANI.
Come è noto nelle giornate del 28 e 29
dicembre, il popolo della sinistra è chiamato ha designare i
candidati per le prossime elezioni politiche.
Le intenzioni degli organizzatori sono
ottime, una volta tanto, i candidati non saranno designati dalla
segreteria politica, ma dagli elettori.
Purtroppo, come è capitato altre
volte, le buone intenzioni non sempre vanno a buon fine, infatti,
come in questo caso, vi sono buone ragioni per pensare che andranno
a “farsi benedire”.
Se diamo uno sguardo alle “regole”,
ai “paletti”, alle “eccezioni”, agli “intoccabili”,
alle “deroghe”, ci rendiamo conto che il popolo è chiamato a
scegliere i candidati, in una “rosa” scelta da altri.
Troppi gli ostacoli artificialmente
creati, senza alcun dubbio ancora una volta c’è stato lo
“zampino” dell’apparato. L’intervento dei componenti
dell’apparato era ampiamente previsto, questi hanno aiutato
Bersani a sconfiggere Renzi, conseguentemente hanno presentato a
Bersani il conto, un conto molto “salato”. Notoriamente
l’apparato non fa niente per niente. Bersani, seppur a
malincuore ha dovuto arrendersi”senza condizioni”: una decina di
“intoccabili” hanno chiesto per presunti meriti acquisiti, la
deroga di non essere obbligati a rispettare le regole, perciò,
diversamente dagli altri “mortali”, possono concorrere per una
altra legislatura.
Bersani ha ceduto anche al riguardo di
un importante “filtro”, saranno le segreterie provinciali ha
decidere quali saranno i nominativi che possono chiedere il
responso elettorale. Per i “Renziani” sono previsti tempi
duri.
Bersani è riuscito a spuntarla in un
solo punto, è riuscito a tenere per sé alcune “sedie” che
potrà usarle come riterrà opportuno. Sedie che possono servire per
fare entrare in parlamento persone di un certo livello, come
possono pure servire come un grimaldello per eliminare qualcuno che
non gli è “simpatico”, come pure per fare opera di
“ripescaggio”.
Le parlamentarie di Grillo sono state
accolte con sorrisini ironici, ma nonostante ciò anche delle
casalinghe hanno potuto diventare candidate ad un seggio
parlamentare.
Domanda. una casalinga tesserata Pd,
quante probabilità avrà per arrivare a tanto? Considerate le
forche caudine a cui sarà chiamata a superare, senza un
“provvidenziale” aiuto dall’alto, le probabilità saranno
praticamente nulle.
Qualcosa mi dice che questa volta,
nonostante tutto, non mancheranno le sorprese, intanto queste,
confrontate con quelle di novembre, sono molto più complicate,
perciò il numero dei partecipanti potrebbe essere più basso, ma
lo saranno in particolare in quanto la stragrande maggioranza degli
elettori è nauseata dal comportamento dell’apparato, è stanca
dei loro privilegi. Da un po’ di tempo a questa parte, questi hanno
iniziato a controllare il comportamento dei loro parlamentari,
hanno notato come questi si sono comportati in occasione del taglio
ai grossi stipendi, come pure si sono comportati in occasione del
salvataggio dei loro vitalizi, perciò non vedono la ragione di
continuare pazientemente a stringere la cinghia, senza reagire.
Una cinghia che fra l’altro non ha più niente da stringere. Molti
di questi elettori, alla luce di queste constatazioni, sono
intenzionati a disertare queste primarie. Sarebbe un gravissimo
errore, occorre presentarsi, dare uno sguardo ai nominativi, vedere
se per caso vi sono alcuni “rottamatori” e in tal caso dare a
loro la possibilità, di essere eletti. Per salvare il
“salvabile”occorre partecipare, in caso contrario saremo
costretti a vedere sempre le solite facce.
L’apparato deve rendersi conto che
non potranno continuamente durare a farla franca, devono rendersi
conto che la pazienza del popolo della sinistra non è riciclabile,
che non potranno continuamente rimandare l’indispensabile diverso
modo di far politica, più volte promesso, ma mai mantenuto.
Alcuni di loro, nonostante i “paletti” che hanno voluto mettere,
non potranno evitare di essere meritatamente “bocciati” .
Un discreto numero di appartenenti
all’apparato, hanno deciso di non ricandidarsi, questi non lo
hanno fatto in quanto non si sentono più in grado di sopportare le
“fatiche apostoliche”che la presenza in parlamento richiede, ma
in quanto si sono resi conto che tira una “brutta aria”. Hanno
capito che la ricreazione è finita, che presentarsi nelle piazze
significa poter ricevere qualche insulto, se non qualche pomodoro, se
non qualcosa di più pesante. Il loro sarà comunque un
abbandono, senza rimpianti
L’apparato ha fatto di tutto per
frenare il rinnovamento, ma non sarà lontano quel giorno che a
furor di popolo, le parlamentarie saranno indette, non per eleggere
qualcuno, ma per eliminare qualcuno, in tal caso il
successo di presenze sarà assicurato in quanto parteciperanno anche
gli invalidi.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna
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