martedì 12 febbraio 2019

confini di epoca romana

I CONFINI IN EPOCA ROMANA
Sono fermamente convinto che segnare i vari confini in epoca romana, sia stata una delle più importanti funzioni del QUINTARIO.
Sull’importanza dei confini, sia nell’antichità che nel nostro tempo, è inutile soffermarsi.
Una delle prime cose che fece l’uomo primitivo fu sicuramente quello di delimitare il proprio territorio, QUESTO è MIO, QUESTO è TUO, sembra che anche gli animali delimitano il loro.
Innumerevoli sono i tipi di confini: continenti, nazioni, regioni, province, comuni, parrocchie, circoscrizioni, rioni, ecc. Innumerevoli sono le liti, o anche le guerre, causate da problemi di confini.
Considerato che i romani erano persone pratiche, non è possibile credere che sui confini non avessero concetti e regole ben precise, i confini dovevano essere ben visibili e nel limite del possibile irremovibili, cioè niente era lasciato al caso.
Vediamo come i quintari, in epoca romana, potevano svolgere una importante funzione.
Tralasciamo i confini dell’impero, oppure quelli delle regioni, limitiamoci a quelli inerenti agli Ager, cioè i municipi.
Dentro agli ager vi erano dei vici e dei pagi, ebbene i confini di questi insediamenti erano segnati dai quintari. Si tratta di una funzione che è ancora riscontrabile ai giorni nostri, lunghi tratti degli attuali confini comunali sono ancora contrassegnati da queste antiche strade romane.
Come pure dovevano essere ben evidenziati i confini dei vari Saltus , una struttura molto frequente negli Ager, cioè i raggruppamenti di centurie.
Ma i confini più importanti segnati dai quintari, anche se nessuno ne parla, dovevano essere i confini fra gli ager.
Sul come e da chi erano segnati codesti confini è stato detto tutto ed il contrario di tutto, in genere si dice da confini naturali, difficilmente rimovibili, come spartiacque, coste marine o di laghi, ma considerato che questi tipi di confini sono rari, quasi alla unanimità si dice dai corsi di fiumi.
Che attualmente molti confini provinciali siano segnati dai corsi dei fiumi è un dato di fatto incontestabile, oggi i fiumi si trovano ben alveati, perciò si tratta di confini “ideali”, ma che anche in epoca romana i corsi dei fiumi, per convinzione generale, avessero tale funzione , non è per niente dimostrabile, anzi considerato che a quei tempi i fiumi erano “ballerini”, sembra una cosa da doversi escludere.
Il fatto stesso, e questo deve fare meditare, che se si chiede agli studiosi della centuriazione di designare il punto esatto del confine di un ager, si ricevono da questi risposte evasive.
Questi sono ben coscienti del fatto che in molti luoghi ci sono tracce di fiumi di epoca romana, conseguentemente fanno più nomi di fiumi, chi dice un fiume, chi dice un altro . Uno studioso, al seguito di una affermazione di Igino Gromatico, ha detto che il confine fra gli ager doveva essere tracciato ad identica distanza fra i due Forum, ma il più delle volte in detto luogo non vi è traccia di fiume, n’è antica n’è recente. A parere di altri, per segnare esattamente un ben visibile confine, veniva tracciata la centuriazione con orientamento diverso, una soluzione non impossibile, ma rimane sempre l’incertezza come tale confine potesse essere ovunque ben visibile.
Un confine ben visibile, difficilmente rimovibile, di facile definizione e facilmente controllabile, era il quintario,.
Si tenga presente un importante constatazione, i quintari erano generalmente accompagnati da un largo fosso artificiale.
Riassumendo: pur non escludendo che a volte per confine di ager venisse usato, se c’era, un confine già esistente, i romani avevano un grande rispetto dei confini altrui, se in loco non vi era un sicuro confine naturale, per segnarlo ricorrevano ai quintari.
Gli studiosi sono fermamente convinti che il corso dei fiumi fosse l’ideale confine, ebbene se tenessero in considerazione codesta nuova possibilità, probabilmente rivedrebbero la loro troppo radicata convinzione.
Sgubbi Giuseppe Solarolo (ra)

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