I CONFINI IN EPOCA ROMANA
Sono fermamente convinto che segnare i
vari confini in epoca romana, sia stata una delle più importanti
funzioni del QUINTARIO.
Sull’importanza dei confini, sia
nell’antichità che nel nostro tempo, è inutile soffermarsi.
Una delle prime cose che fece l’uomo
primitivo fu sicuramente quello di delimitare il proprio
territorio, QUESTO è MIO, QUESTO è TUO, sembra che anche gli
animali delimitano il loro.
Innumerevoli sono i tipi di confini:
continenti, nazioni, regioni, province, comuni, parrocchie,
circoscrizioni, rioni, ecc. Innumerevoli sono le liti, o anche le
guerre, causate da problemi di confini.
Considerato che i romani erano persone
pratiche, non è possibile credere che sui confini non avessero
concetti e regole ben precise, i confini dovevano essere ben
visibili e nel limite del possibile irremovibili, cioè niente era
lasciato al caso.
Vediamo come i quintari, in epoca
romana, potevano svolgere una importante funzione.
Tralasciamo i confini dell’impero,
oppure quelli delle regioni, limitiamoci a quelli inerenti agli
Ager, cioè i municipi.
Dentro agli ager vi erano dei vici e
dei pagi, ebbene i confini di questi insediamenti erano segnati
dai quintari. Si tratta di una funzione che è ancora riscontrabile
ai giorni nostri, lunghi tratti degli attuali confini comunali sono
ancora contrassegnati da queste antiche strade romane.
Come pure dovevano essere ben
evidenziati i confini dei vari Saltus , una struttura molto
frequente negli Ager, cioè i raggruppamenti di centurie.
Ma i confini più importanti segnati
dai quintari, anche se nessuno ne parla, dovevano essere i
confini fra gli ager.
Sul come e da chi erano segnati
codesti confini è stato detto tutto ed il contrario di tutto, in
genere si dice da confini naturali, difficilmente rimovibili, come
spartiacque, coste marine o di laghi, ma considerato che questi
tipi di confini sono rari, quasi alla unanimità si dice dai corsi
di fiumi.
Che attualmente molti confini
provinciali siano segnati dai corsi dei fiumi è un dato di fatto
incontestabile, oggi i fiumi si trovano ben alveati, perciò si
tratta di confini “ideali”, ma che anche in epoca romana i
corsi dei fiumi, per convinzione generale, avessero tale funzione ,
non è per niente dimostrabile, anzi considerato che a quei tempi i
fiumi erano “ballerini”, sembra una cosa da doversi escludere.
Il fatto stesso, e questo deve fare
meditare, che se si chiede agli studiosi della centuriazione di
designare il punto esatto del confine di un ager, si ricevono da
questi risposte evasive.
Questi sono ben coscienti del fatto
che in molti luoghi ci sono tracce di fiumi di epoca romana,
conseguentemente fanno più nomi di fiumi, chi dice un fiume, chi
dice un altro . Uno studioso, al seguito di una affermazione di
Igino Gromatico, ha detto che il confine fra gli ager doveva essere
tracciato ad identica distanza fra i due Forum, ma il più delle
volte in detto luogo non vi è traccia di fiume, n’è antica n’è
recente. A parere di altri, per segnare esattamente un ben visibile
confine, veniva tracciata la centuriazione con orientamento diverso,
una soluzione non impossibile, ma rimane sempre l’incertezza
come tale confine potesse essere ovunque ben visibile.
Un confine ben visibile, difficilmente
rimovibile, di facile definizione e facilmente controllabile, era il
quintario,.
Si tenga presente un importante
constatazione, i quintari erano generalmente accompagnati da un
largo fosso artificiale.
Riassumendo: pur non escludendo che a
volte per confine di ager venisse usato, se c’era, un confine
già esistente, i romani avevano un grande rispetto dei confini
altrui, se in loco non vi era un sicuro confine naturale, per
segnarlo ricorrevano ai quintari.
Gli studiosi sono fermamente convinti
che il corso dei fiumi fosse l’ideale confine, ebbene se tenessero
in considerazione codesta nuova possibilità, probabilmente
rivedrebbero la loro troppo radicata convinzione.
Sgubbi Giuseppe Solarolo (ra)
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