lunedì 4 febbraio 2019

balletto delle responsabilità



Politica e finanziamento pubblico: il “balletto” delle responsabilità

Scritto da il 5 ottobre 2012, alle 07:56 | archiviato in Costume e società, Photo Gallery, Politica. Puoi seguire ogni risposta attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o un trackback a questo articolo
Molti italiani sono sorpresi dallo scandaloso comportamento dei nostri politici, in verità, conoscendo “l’andazzo”, dovrebbero essere sorpresi del contrario.
Ma ancor più sorprendente è il constatare come i politici si comportano al riguardo di questi scandali.
Nell’intento di “smarcarsi” cercano di dimostrare che loro stessi sono “sorpresi” dell’accaduto, che naturalmente loro sono innocenti, che il loro comportamento è in linea con le leggi vigenti, che la stragrande maggioranza di loro sono al servizio del popolo, e chiedono per queste “schegge impazzite” esemplari punizioni.
Codesti politici fanno finta di non sapere che vi sono due tipi di responsabilità: una responsabilità penale, il non rispetto delle leggi, ed una responsabilità politica, il non rispetto di un codice di comportamento, che è poi quello di mantenere le promesse fatte nelle campagne elettorali, cioè onestà, trasparenza, controlli, ecc.
Giustamente è compito della magistratura giudicare e punire chi non rispetta il codice penale, ma sarebbe illusorio voler far credere che con un maggiore impegno dei magistrati si possa porre fine al dilagare degli scandali e della corruzione politica. Tangentopoli non ha moralizzato un bel niente. Il rispetto delle leggi è sicuramente una cosa utile, ma senza l’intervento degli stessi partiti, la situazione non può cambiare.
La prima cosa che serve all’Italia è che venga creato un “codice di comportamento” valido per i politici di ogni livello, compito dei singoli partiti è controllare che tali norme siano da tutti rispettate, chi non lo rispetta, deve dal partito essere definitivamente allontanato.
Cosa deve contenere il codice di comportamento?
Per scriverne il contenuto non occorre essere un professore di scienze politiche, è sufficiente una persona dotata di un briciolo di buon senso.
Un concetto deve comunque entrare bene nella mentalità dei politici, i soldi che gestite sono soldi di tutti e perciò dovreste gestirli come gestireste i vostri.
Purtroppo questo concetto lo hanno volutamente travisato, i soldi di tutti li considerate vostri e spesso li avete usati per finanziare le vostre campagne elettorali.
Chi è chiamato al rispetto delle regole contenute nel codice di comportamento?
Tutti i politici investiti da qualche responsabilità politica, dal consigliere del più piccolo comune italiano, al presidente del consiglio.
Se scoppia uno scandalo in una qualsiasi amministrazione politica, tutti i rappresentanti devono ritenersi politicamente responsabili e conseguentemente tutti dovrebbero dare le dimissioni.
Anche in assenza di uno scandalo, possono esistere gravi responsabilità politiche, esempio: un consigliere comunale di un piccolo comune, sia di maggioranza che di minoranza, che spesso ha solo il compito di alzare o non alzare la mano, magari senza sapere la ragione di tale gesto, deve avere invece il dovere di controllare le decisioni che vengono prese dalla giunta. Ebbene, se queste decisioni contrastano col codice di comportamento, questi deve farlo presente in consiglio, in mancanza di alcuna revisione, questi deve dimettersi e far conoscere al pubblico l’accaduto.
Se tale consigliere non si comporta in questo modo, non può avere scusanti, avendo accettato di andare in lista, doveva essere a conoscenza degli impegni che si assumeva, perciò deve essere considerato complice e responsabile dell’accaduto.
Se diamo uno sguardo gli scandali quotidiani ci rendiamo conto che solo qualche politico è penalmente responsabile, ma ci rendiamo pure conto che nessun politico è immune da gravi responsabilità politiche.
Cosa dovrebbero fare i politici per salvare “la faccia” , ammesso che questo sia un loro sincero desiderio?
Non hanno alternativa: scrivere a chiare lettere il codice di comportamento e considerato che nessun di loro può ritenersi “non colpevole”, dimettersi tutti e chiedere scusa agli italiani.
Forse, anzi senza forse, ho chiesto troppo.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna

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