Politica e finanziamento pubblico: il “balletto” delle responsabilità
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie il 5 ottobre 2012, alle 07:56 | archiviato in Costume e società, Photo Gallery, Politica. Puoi seguire ogni risposta attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o un trackback a questo articolo
Molti
italiani sono sorpresi dallo scandaloso comportamento dei nostri
politici, in verità, conoscendo “l’andazzo”, dovrebbero essere
sorpresi del contrario.
Ma ancor più sorprendente è il constatare come i politici si comportano al riguardo di questi scandali.
Nell’intento di “smarcarsi” cercano di
dimostrare che loro stessi sono “sorpresi” dell’accaduto, che
naturalmente loro sono innocenti, che il loro comportamento è in linea
con le leggi vigenti, che la stragrande maggioranza di loro sono al
servizio del popolo, e chiedono per queste “schegge impazzite”
esemplari punizioni.
Codesti politici fanno finta di non
sapere che vi sono due tipi di responsabilità: una responsabilità
penale, il non rispetto delle leggi, ed una responsabilità politica, il
non rispetto di un codice di comportamento, che è poi quello di
mantenere le promesse fatte nelle campagne elettorali, cioè onestà,
trasparenza, controlli, ecc.
Giustamente è compito della
magistratura giudicare e punire chi non rispetta il codice penale, ma
sarebbe illusorio voler far credere che con un maggiore impegno dei
magistrati si possa porre fine al dilagare degli scandali e della
corruzione politica. Tangentopoli non ha moralizzato un bel niente. Il
rispetto delle leggi è sicuramente una cosa utile, ma senza
l’intervento degli stessi partiti, la situazione non può cambiare.
La prima cosa che serve all’Italia è che
venga creato un “codice di comportamento” valido per i politici di
ogni livello, compito dei singoli partiti è controllare che tali norme
siano da tutti rispettate, chi non lo rispetta, deve dal partito
essere definitivamente allontanato.
Cosa deve contenere il codice di comportamento?
Per scriverne il contenuto non occorre
essere un professore di scienze politiche, è sufficiente una persona
dotata di un briciolo di buon senso.
Un concetto deve comunque entrare bene
nella mentalità dei politici, i soldi che gestite sono soldi di tutti e
perciò dovreste gestirli come gestireste i vostri.
Purtroppo questo concetto lo hanno
volutamente travisato, i soldi di tutti li considerate vostri e spesso
li avete usati per finanziare le vostre campagne elettorali.
Chi è chiamato al rispetto delle regole contenute nel codice di comportamento?
Tutti i politici investiti da qualche
responsabilità politica, dal consigliere del più piccolo comune
italiano, al presidente del consiglio.
Se scoppia uno scandalo in una qualsiasi
amministrazione politica, tutti i rappresentanti devono ritenersi
politicamente responsabili e conseguentemente tutti dovrebbero dare le
dimissioni.
Anche in assenza di uno scandalo,
possono esistere gravi responsabilità politiche, esempio: un
consigliere comunale di un piccolo comune, sia di maggioranza che di
minoranza, che spesso ha solo il compito di alzare o non alzare la
mano, magari senza sapere la ragione di tale gesto, deve avere invece
il dovere di controllare le decisioni che vengono prese dalla
giunta. Ebbene, se queste decisioni contrastano col codice di
comportamento, questi deve farlo presente in consiglio, in mancanza di
alcuna revisione, questi deve dimettersi e far conoscere al pubblico
l’accaduto.
Se tale consigliere non si comporta in
questo modo, non può avere scusanti, avendo accettato di andare in
lista, doveva essere a conoscenza degli impegni che si assumeva, perciò
deve essere considerato complice e responsabile dell’accaduto.
Se diamo uno sguardo gli scandali
quotidiani ci rendiamo conto che solo qualche politico è penalmente
responsabile, ma ci rendiamo pure conto che nessun politico è immune
da gravi responsabilità politiche.
Cosa dovrebbero fare i politici per salvare “la faccia” , ammesso che questo sia un loro sincero desiderio?
Non hanno alternativa: scrivere a chiare
lettere il codice di comportamento e considerato che nessun di loro
può ritenersi “non colpevole”, dimettersi tutti e chiedere scusa agli
italiani.
Forse, anzi senza forse, ho chiesto troppo.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna
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