LE PARLAMENTARIE DEL PD: “L’APPARATO” HA PRESENTATO IL “CONTO” A BERSANI
di Sgubbi Giuseppe - Solarolo Ravenna
Come è noto nelle giornate del 28 e 29 dicembre, il
popolo della sinistra è chiamato ha designare i candidati per le prossime
elezioni politiche.
Le intenzioni degli organizzatori sono ottime, una volta
tanto, i candidati non saranno designati dalla segreteria politica, ma dagli
elettori.
Purtroppo, come è capitato altre volte, le buone
intenzioni non sempre vanno a buon fine, infatti, come in questo caso, vi sono
buone ragioni per pensare che andranno a “farsi benedire”.
Se diamo uno sguardo alle “regole”, ai “paletti”,
alle “eccezioni”, agli “intoccabili”, alle “deroghe”, ci rendiamo conto che
il popolo è chiamato a scegliere i candidati, in una “rosa” scelta da
altri.
Troppi gli ostacoli artificialmente creati, senza alcun
dubbio ancora una volta c’è stato lo “zampino” dell’apparato. L’intervento dei
componenti dell’apparato era ampiamente previsto, questi hanno aiutato Bersani
a sconfiggere Renzi, conseguentemente hanno presentato a Bersani il conto, un
conto molto “salato”. Notoriamente l’apparato non fa niente per niente.
Bersani, seppur a malincuore ha dovuto arrendersi”senza condizioni”: una
decina di “intoccabili” hanno chiesto per presunti meriti acquisiti, la deroga
di non essere obbligati a rispettare le regole, perciò, diversamente dagli altri
“mortali”, possono concorrere per una altra legislatura.
Bersani ha ceduto anche al riguardo di un importante
“filtro”, saranno le segreterie provinciali ha decidere quali saranno i
nominativi che possono chiedere il responso elettorale. Per i “Renziani”
sono previsti tempi duri.
Bersani è riuscito a spuntarla in un solo punto, è
riuscito a tenere per sé alcune “sedie” che potrà usarle come riterrà
opportuno. Sedie che possono servire per fare entrare in parlamento persone di
un certo livello, come possono pure servire come un grimaldello per eliminare
qualcuno che non gli è “simpatico”, come pure per fare opera di “ripescaggio”.
Le parlamentarie di Grillo sono state accolte con
sorrisini ironici, ma nonostante ciò anche delle casalinghe hanno potuto
diventare candidate ad un seggio parlamentare.
Domanda. una casalinga tesserata Pd, quante
probabilità avrà per arrivare a tanto? Considerate le forche caudine a cui
sarà chiamata a superare, senza un “provvidenziale” aiuto dall’alto, le
probabilità saranno praticamente nulle.
Qualcosa mi dice che questa volta, nonostante tutto,
non mancheranno le sorprese, intanto queste, confrontate con quelle di
novembre, sono molto più complicate, perciò il numero dei partecipanti
potrebbe essere più basso, ma lo saranno in particolare in quanto la stragrande
maggioranza degli elettori è nauseata dal comportamento dell’apparato, è stanca
dei loro privilegi. Da un po’ di tempo a questa parte, questi hanno iniziato a
controllare il comportamento dei loro parlamentari, hanno notato come questi
si sono comportati in occasione del taglio ai grossi stipendi, come pure si
sono comportati in occasione del salvataggio dei loro vitalizi, perciò non
vedono la ragione di continuare pazientemente a stringere la cinghia, senza
reagire. Una cinghia che fra l’altro non ha più niente da stringere. Molti
di questi elettori, alla luce di queste constatazioni, sono intenzionati a
disertare queste primarie. Sarebbe un gravissimo errore, occorre presentarsi,
dare uno sguardo ai nominativi, vedere se per caso vi sono alcuni
“rottamatori” e in tal caso dare a loro la possibilità, di essere eletti. Per
salvare il “salvabile”occorre partecipare, in caso contrario saremo costretti a
vedere sempre le solite facce.
L’apparato deve rendersi conto che non potranno
continuamente durare a farla franca, devono rendersi conto che la pazienza del
popolo della sinistra non è riciclabile, che non potranno continuamente
rimandare l’indispensabile diverso modo di far politica, più volte
promesso, ma mai mantenuto. Alcuni di loro, nonostante i “paletti” che hanno
voluto mettere, non potranno evitare di essere meritatamente “bocciati”
.
Un discreto numero di appartenenti all’apparato,
hanno deciso di non ricandidarsi, questi non lo hanno fatto in quanto non si
sentono più in grado di sopportare le “fatiche apostoliche”che la presenza in
parlamento richiede, ma in quanto si sono resi conto che tira una “brutta aria”.
Hanno capito che la ricreazione è finita, che presentarsi nelle piazze
significa poter ricevere qualche insulto, se non qualche pomodoro, se non
qualcosa di più pesante. Il loro sarà comunque un abbandono, senza
rimpianti
L’apparato ha fatto di tutto per frenare il
rinnovamento, ma non sarà lontano quel giorno che a furor di popolo, le
parlamentarie saranno indette, non per eleggere qualcuno, ma per eliminare
qualcuno, in tal caso il successo di presenze sarà assicurato in quanto
parteciperanno anche gli invalidi.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna 21 Dicembre
2012
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