PICCOLO ARTIGIANATO,
UNA CATEGORIA IN VIA DI ESTINZIONE,
(Cosa è, e cosa
non può essere un artigiano)
Dal dopoguerra sono scomparse alcune
categorie di lavoratori, per esempio, al seguito del diverso sistema
del trasporto, i birocciai. Una scomparsa che non ha creato
grandi disagi in quanto quasi tutti i birocciai sono diventati
camionisti.
Se non si corre ai ripari una
importante categoria di lavoratori rischia l’estinzione, ma questa
volta non sarà colpa del progresso, e non sarà una scomparsa
indolore, si tratta dei piccoli artigiani.
Un colpo che ne mise in discussione
l’esistenza fu inferto all’artigianato nel 1992, con la
famigerata Minimum Tax, ben 225.000 saracinesche furono
definitivamente abbassate
Un duro colpo, forse il mortale, sta
per imbattersi su questa categoria. Come è noto i legislatori
stanno studiando il sistema per fare in modo che gli artigiani
paghino le tasse fino all’ultimo centesimo, cioè che questi diano
allo stato tutto quello che lo stato pretende, in parole povere,
tutto quello che riscuotono deve essere certificato con la
ricevuta fiscale.
I legislatori non sanno che se il loro
intento andrà a buon fine, il 90 per cento dei piccoli artigiani
sarà costretti a chiudere “PER TASSE”. Se qualcuno crede che
questa sia una semplice “battuta”, ha la possibilità di
verificare, diventi artigiano, rilasci tutte le ricevute fiscali,
poi ne parliamo, sarà costretto a ricredersi.
Gli artigiani sono degli evasori, ma
per la stragrande maggioranza di loro, è una evasione “di
sopravvivenza”, o meglio, una evasione per “legittima difesa”.
Capisco gli i studi di settore, anzi li ritengo giusti, specialmente
se vengono fatti a tutte le categorie di lavoratori, ma non
capisco questo AUTOGOOL
Degli artigiani si parla poco e solo
indirettamente, infatti questi vengono nominati solo quando si
parla di tasse, non si cerca di fare nessun approfondimento, viene
semplicemente effettuato un confronto con la situazione dei
lavoratori dipendenti., e quasi sempre viene emessa una lapidaria
sentenza che più o meno suona così:
i lavoratori
dipendenti pagano tutto, mentre invece gli autonomi, e perciò anche
gli artigiani, non pagano niente , conseguentemente il debito
pubblico aumenta”.
Ovviamente chi dice queste cose non
conosce per niente l’artigiano, sarà bene perciò informarlo e lo
farò spiegando cosa è un artigiano e cosa non può essere,
chiunque, se vuole, può confrontarlo con il lavoratore
dipendente.
Si tratta di una necessaria chiarezza
in quanto grazie ad una ben orchestrata campagna mediatica si è
voluto sollevare un grande polverone.
Cosa è un artigiano?
Una lavoratore che a differenza di
altri, non considera il posto di lavoro un diritto, infatti se lo è
creato da solo, facendo lui stesso i dovuti investimenti. Lavora
mediamente dalle 15 alle venti ore in più alla settimana. Quello
che va in pensione più tardi e con la pensione più bassa. Non ha le
ferie pagate. Non ha la tredicesima Se si ammala, non riceve un
salario per sopravvivere. Se chiude bottega, non scattano gli
ammortizzatori sociali. L’elenco, come è noto, potrebbe
continuare a lungo.
Cosa non può essere
Non può essere un vagabondo, un
incapace , oppure una persona con poca salute, in tal caso è
costretto a cambiare mestiere.
Di fronte a queste inoppugnabili
constatazioni, immagino il tono della ennesima risposta, “ gli
artigiani non danno niente allo stato, e giustamente lo stato non
da niente agli artigiani”
Al riguardo del dare e dell’avere
occorre far chiarezza. Vi è , se si vuole, la possibilità di
sapere come stanno veramente le cose, cioè sapere chi allo stato
da più di quello che riceve, e chi dallo stato invece,
riceve più di quello che dà, si tratta solo di riportare i
dati e farne le sottrazioni.
Da trenta anni, per sapere la verità,
chiedo inutilmente che siano fatti tali conteggi, ma chissà
perché non vengono mai fatti, oppure se li hanno fatti, non me li
hanno fatti conoscere.
.Termino questo breve commento,
facendo una domanda ben precisa, una domanda che ho fatto a centinaia
di”addetti al lavori”, perciò persone che sanno, ma nessuno mi
ha risposto. Sono sempre in attesa.
PER QUALE RAGIONE, se un artigiano si
ammala, non prende anche lui uno stipendio che gli permetta di
vivere?
Perché, facendogli obbligatoriamente
pagare il dovuto, come è stato fatto per il servizio sanitario e
per le pensioni, non viene messo nelle condizioni che hanno altre
categorie di lavoratori?
Non avendo fino ad ora ricevuto alcuna
risposta, ho ritenuto opportuno, darmela da solo.
NESSUNA NAZIONE AL MONDO PUO’
PERMETTERSI IL “LUSSO” DI PAGARE TUTTE LE PERSONE, CHE ESSENDO
AMMALATE, NON SONO IN GRADO DI LAVORARE, IN QUANTO, PAGANDOLI , IL
SISTEMA PREVIDENZIALE CROLLEREBBE.
La frase che ho sottolineato può a
prima vista essere considerata una semplice “battuta”, invece
potrebbe contenere una sacrosanta verità,che a sua volta determina
una anticostituzionale differenziazione sociale,
Che è una verità ne sanno qualcosa
le società comuniste dell’est europeo , in quei paesi si era
deciso, giustamente, di dare TUTTO A TUTTI E PER SEMPRE ,
praticamente dalla culla alla bara, ma sappiamo come è andata a
finire, non c’era più niente per nessuno!.
Affinché qualcuno non mi dimostrerà
il contrario, continuerò ad avere questa profonda convinzione, una
convinzione che devono avere avuto anche tutti quelli che dal
dopoguerra hanno governato l’Italia, infatti, pur essendo a
conoscenza di questa differenziazione , hanno lasciato e
continuano a lasciare le cose come stanno.
Capisco il comportamento dei politici,
ma non posso condividerlo, cosi facendo evitano un collasso
previdenziale, ma costringono alcune categorie di lavoratori a
“mandare avanti la barca” anche per chi, temporaneamente, non
è in grado di farlo.
Morale: qualche “pantalone” si
trova sempre!. L’artigiano, differentemente da altri, è anche
questo!.
Da tutto questo, una altra domanda
diventa spontanea: considerato che l’artigianato è un lavoro
“paradisiaco” cioè il paradiso della evasione, per quale
ragione i disoccupati ed in particolare i giovani in cerca di lavoro
, non diventano artigiani? Qualcosa mi dice che questi sanno che ho
detto delle verità.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna
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