martedì 26 febbraio 2019

SUL VENETO

IL SENIO ED IL SANTERNO MORMORANO(3)

LE ELEZIONI EUROPEE ED IL “CARRO ARMATO” VENETO

Tema, le imminenti elezioni europee, ma la discussione si è subito incentrata sulle vicende venete.
Considerato che il nostro gruppo è formato esclusivamente da lavoratori autonomi (artigiani, coltivatori diretti e negozianti) e da molti componenti del MAR (Movimento per l'Autonomia della Romagna), non potevamo non essere sensibili al riguardo degli avvenimenti che stanno interessando la Serenissima, non a caso la prima considerazione che abbiamo fatto è che si tratta della indispensabile ribellione delle forze produttive, contro le forze parassitarie, ed in più contornate da istanze indipendentistiche.
Piaccia o non piaccia, l'intero pianeta si trova coinvolto dal vento delle autonomie. Molti popoli, per una insieme di ragioni, sentono la necessita di essere loro gli artefici delle decisioni a cui devono essere assoggettati, ma siccome questo non accade quasi mai, si sono resi conto che per raggiungere tale obbiettivo è necessario diventare essi stessi i padroni di casa loro.
Un punto rimane controverso, non sempre è chiaro il significato di autonomia, indipendenza e secessione.
Pur prendendo atto che che ogni stato ha il dovere di combattere la violenza e di fare rispettare le leggi vigenti, abbiamo avuto l'impressione, che al riguardo delle vicende venete, non siano state pienamente calcolate le conseguenze dell'intervento, cioè nell'intento di spegnere l”incendio” veneto , siano stati accesi moltissimi fuocherelli in tutta Italia.
Una cosa è certa, per lo stato italiano gli inquisiti sono dei delinquenti, per la stragrande maggioranza dei veneti, sono invece dei patrioti.
E veniamo al problema elezioni europee.
Parlare dell'Europa significa parlare pure dell'euro, ma il tema moneta è stato immediatamente abbandonato in quanto non sono scaturiti argomenti meritevoli di essere riportati e commentati, anche perchè, come è noto, pur essendo un tema discusso e dibattuto da autorevoli economisti, non è ancora chiaro se per gli italiani sia utile oppure dannoso.
Interessante invece il dibattito riguardante l'Europa e problemi connessi.
Importante considerazione, per la stragrande maggioranza dei componenti del gruppo, è utile ed opportuno restare in Europa, magari con regole meno ferree.
Perchè utile? Varie le ragioni, ma tre sono state considerate della massima importanza, (1)ha contribuito a salvaguardare la pace, (2) senza la sua autorevole presenza saremmo travolti dalla emigrazione di massa, (3)avendo incamerato le nazioni dell'Est europeo e la conseguente possibilità di controllare il grado di sicurezza delle loro centrali nucleari, molti grossi rischi possono essere evitati.,
Il merito di averci ricordato questa ultima utilità, va addebitato ad un nostro componente del gruppo, scherzosamente chiamato il “veggente”, in quanto ha profetizzato che fra non molto ci sarà una altra Cernobyl.
A titolo tranquillizzante occorre precisare che questo novello Nostradamus, ha fatto tantissime profezie, ma non ne ha mai azzeccato una.
Al riguardo delle intenzioni di voto, i componenti del gruppo si sono pronunciati, voteranno per il partito di Renzi, unica clausola, che in lista non vi siano quelli che Matteo ha detto più volte di voler rottamare. Amen

Appendice: Allegando il contenuto di un mio vecchio articoletto intendo far conoscere il mio personale pensiero al riguardo della autodeterminazione dei popoli.
Considerato che al riguardo della Autonomia Romagnola avrei molte cose da dire, mi si permetta un mio anticipato “sfogo”. Nonostante che per Massimo D'Azeglio la razza romagnola, non mucche ma persone, era la migliore del mondo, per l'antropologo Ferrero, noi eravamo invece solo dei potenziali delinquenti e conseguentemente la nostra era “terra di malfattori”. Più che malfattori, i nostri nonni sono stati degli eroi, non esiste contrada del mondo in cui qualche romagnolo non sia andato a combattere per l'altrui libertà. Si guardi ai componenti dei moti dal 1821 al 1853, si guardi pure come i nostri nonni hanno risposto agli appelli mazziniani e garibaldini, giustamente eravamo considerati ”vulcani in eruzione permanente”. Eppure per il Ferrero e per l'opinione politica del tempo, noi eravamo i “componenti di una società rimasta allo stato primitivo”, cioè poco meno che dei beduini. Le malignità dette su di noi hanno avuto un deleterio effetto, smembrati e condannati ad un eterno “protettorato”. Un protettorato sicuramente gradito ai nostri “cugini” bolognesi, infatti questi fanno di tutto per lasciare le cose come stanno, ostacolano l'autonomia romagnola, cioè la sacrosanta autodeterminazione dei popoli, ed ostacolano un costituzionale pronunciamento referendario. Posso capire il comportamento dei bolognesi, ma non capisco il comportamento della grande maggioranza dei romagnoli. Ma come, abbiamo “rotto” le catene di mezzo mondo e non siamo in grado di rompere quelle che ci tengono legate ai bolognesi? Quando penso a questa situazione, non posso non chiedermi dove sia andato a finire il “Sangue Romagnolo”, e sconsolatamente canticchio alcune frasi, tema oppressi, estratto dalla canzone “Addio Lugano bella”. Saluti dalla Romagna. Maggio 2006.

Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna

sabato 23 febbraio 2019

SEGNALAZIONE ABITATO DI VIA ORDIERE

The excavations at the settlement of Solarolo (RA), via Ordiere and the research project about the Bronze Age in Romagna.

Article (PDF Available) · October 2009with 133 Reads
DOI: 10.6092/issn.1974-7985/1602
  • Abstract
    The settlement of Solarolo has been investigated recently with excavations and analysis of material culture. The preliminary conclusions identify a settlement made of several and distinct settlement clusters separated by dithces and canals. From 2006 the excavations concern the sector 1, where we can trace the beginning of the settlement dating to the central phase of Middle Bronze Age (BM2). A joint research project will continue the investigation of the region and including the results from the excavation of Solarolo, it will allow to update the definition of cultural aspects.
    VOL
    . 2
    2009,
    1
    PP
    .115-130
    ISSN
    1974-7985
    G
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    AROLE CHIAVE
    :
    età del Bronzo, Romagna, abitato, Solarolo,
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    EYWORDS
    :
    Bronze Age, Romagna, settlement, Solarolo
    S
    OMMARIO
    Si presenta in questo contributo lo stato delle conoscenze sull’abitato di Solarolo, via Ordiere, recentemente interessato da
    ricerche sistematiche volte all’indagine stratigrafica e alla revisione dei materiali.
    L’abitato è apparentemente organizzato in nuclei insediativi, separati da canali e fossati individuati da trincee e carotaggi. Lo
    scavo iniziato nel 2006 sta mettendo in evidenza le fasi iniziali del villaggio che si collocano in una fase centrale della media età
    del Bronzo (BM2). Il progetto di revisione dei dati archeologici della Romagna e delle aree limitrofe permette di inserire i risultati
    dello scavo di Solarolo nel un quadro del popolamento della regione e di aggiornare la definizione degli aspetti culturali.
    A
    BSTRACT
    The settlement of Solarolo has been investigated recently with excavations and analysis of material culture. The preliminary
    conclusions identify a settlement made of several and distinct settlement clusters separated by dithces and canals. From 2006
    the excavations concern the sector 1, where we can trace the beginning of the settlement dating to the central phase of Middle
    Bronze Age (BM2). A joint research project will continue the investigation of the region and including the results from the
    excavation of Solarolo, it will allow to update the definition of cultural aspects.
    Il sito archeologico di via Ordiere è localizzato nel comune di Solarolo (Fig 1), provincia di Ravenna, lungo il tratto
    occidentale di via Ordiere, lato sud. Si estende tra la via Lunga e la strada provinciale n°22 Pilastrino S.Mauro, nei
    poderi di proprietà Ravaglia, Zauli, Martini, Calderoni e Bernardi con coordinate assolute UTM32 (rilevate mediante
    GPS in acquisizione statica in corrispondenza della stazione ST01), 725037 E 4917358 N e con altimetria compresa
    tra 58,5 e 60,2 m. s.l.m.
    Fig 1. Il sito dell’età del Bronzo di via Ordiere, foto aerea (volo 1978).
    1
    Dipartimento di Archeologia. Università di Bologna: maurizio.cattani@unibo.it



    116
    La prima segnalazione dell’abitato di Solarolo, via Ordiere risale al 1979, quando grazie alle ricerche di Giuseppe
    Sgubbi si individuarono su un’ampia estensione (circa 10 ha) ceramiche ed altri materiali dell’età del Bronzo. La
    scoperta si colloca pertanto in anni recenti, ben lontani dalla seconda metà del XIX sec.,quando proprio tra Emilia e
    l’Imolese si sviluppò la ricerca paletnologica. Al contrario di quanto avvenne in Emilia e nonostante la presenza di
    illustri studiosi che si occuparono della regione (Scarabelli, Brizio, Dall’Osso), la Romagna restituì poche segnalazioni
    di abitati dell’età del Bronzo. Questa carenza di dati si può giustificare, sia per mancanza di esplorazioni
    sistematiche, sia per la probabile diversità dalle terramare, che spesso corrispondevano a siti pluristratificati, a vere e
    proprie colline artificiali, che difficilmente potevano sfuggire alla conoscenza dei contadini o alle ricerche dei primi
    paletnologi. E’ per questo che ancora oggi si possono individuare le tracce di abitati, anche di grandi dimensioni,
    con materiali spesso in superficie (come nel caso del recente rinvenimento dell’abitato di Bagnara, a poca distanza
    dal villaggio di Solarolo, avvenuto nel 2007), lasciando presagire che ancora molto debba essere fatto per arrivare
    ad un quadro conoscitivo sufficiente della protostoria romagnola.
    Il merito delle nuove scoperte va indubbiamente ai ricercatori locali che desiderando conoscere il proprio territorio
    fin nei minimi dettagli, possono svolgere un controllo capillare e quotidiano di quanto emerge dai lavori agricoli,
    mettendo in moto un vero e proprio volano per la conoscenza e valorizzazione del patrimonio archeologico.
    Esemplare è proprio il percorso in questa direzione che a Solarolo ha visto prima la fondazione una sede
    dell’Archeoclub d’Italia, poi interessato la Soprintendenza per i Beni Archeologici che consapevole dell’importanza
    del sito ha operato per la tutela (Fig. 3) e per la conoscenza del sito ed infine grazie alla partecipazione degli enti
    locali (Comune e Provincia) si sta progettando la valorizzazione dell’abitato dell’età del Bronzo. Dopo una prima fase
    di indagini svolte sotto la direzione di P. von Eles nei primi anni ‘80, l’Università di Bologna, la SBAER e il Comune di
    Solarolo hanno ora avviato in stretta collaborazione un programma di ricerche sistematiche

    LA LEGA DOVREBBE PENSARE SOLO ALLA PADANIA

    Sgubbi Giuseppe


    Sono un romagnolo perciò un pò “esterno”ma già dai primi tempi, sono per la PADANIA.
    Purtroppo a mio parere la Lega Nord ha commesso un grande errore, “allearsi” a Berlusconi, con la conseguenza di non poter più pensare alla PADANIA.
    La Lega doveva pensare solo alla Padania, senza avere alcune fretta, si trattava di avere pazienza, prima o poi la stragrande maggioranza dei “settentrionali” avrebbero capito che l’Italia unita era per loro una fregatura.
    Mi dispiace constatare che i tanti movimenti che predicano l’indipendenza, non si trovino d’accordo sul da farsi. Probabilmente, se la Lega avesse “pensato” solo alla Padania, tutti questi sarebbero uniti in un solo organismo,mentre invece, quello che poteva essere un “fiume in piena” , sono diventati piccoli “inconcludenti” canaletti. Chi, dalle mie parti, sperava nella Padania, ha perso ogni speranza.
    Nonostante la mia profonda delusione. spero che la “fiamma” della PADANIA non si spenga.
    Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna

    DA PIANURA RENO IN WIKIPEDIA




    L'abitato preistorico scoperto nel territorio di Solarolo. Giuseppe Sgubbi


    In un periodo risalente almeno a 4 o 5 mila anni fa, popolazioni di non sicura provenienza fondarono un abitato nell’attuale territorio solarolese; si tratta del villaggio preistorico detto di via Ordiere, uno dei più grandi abitati preistorici dell’alta Italia.
    L’abitato si trova sopra un deposito alluvionale portato in loco da un corso d’acqua che fino ad alcune decine di migliaia di anni fa raccoglieva le acque sia della vallata del Santerno che quelle della vallata del Senio. Si tratta di una striscia di terreno stabilmente alta che essendo per questo esente da alluvioni, ben si prestava ad essere abitata. Tale striscia, di larghezza variabile, parte dalla via Emilia , e arriva nella bassa lughese.
    Questo aggregato, molto esteso, si trovava a non meno di una quindicina di km dal mare, in una antichissima direttrice di traffico che, passando per la valle del Senio, metteva in comunicazione il mare Adriatico con il mare Tirreno. Molto probabilmente si tratta della direttrice ricordata nel periplo dello Ps Scilace, risalente al IV secolo a.C. che con un viaggio di tre giorni da Spina arrivava a Pisa . Tale direttrice corrisponde alla attuale via Lunga. Questo abitato si trovava pure in prossimità di un corso d’acqua, probabilmente formato dal corso del Santerno del Rasena , dai Romani detto Vatreno e dai Greci Spinete.
    Tipologicamente il villagio sembra inquadrabile fra le così dette “terramare”non ha nessuna forma geometrica (infatti si espande irregolarmente verso varie direzioni), il terreno interessato non è emergente sopra il territorio circostante (il breve tratto di terrapieno fu probabilmente costruito come argine difensivo per frenare le acque del fiume), non risulta che sia mai stato una cava di marna; tutto il territorio circostante è disseminato da numerosi abitati preistorici, alcuni distanti anche poche centinaia di metri, segno evidente di una totale mancanza di pianificazione, e, molto interessante non risulta che verso il XII secolo a.C. l’insediamento sia stato interessato da un abbandono abitativo, durato un paio di secoli, riscontrato invece nelle altre terramare padane. Si tratta riguardo a quest’ultimo, di un enigmatico abbandono insediativo, un vero rompicapo per gli studiosi; non si sa infatti quali siano gli eventi che lo avrebbero provocato. Tale abbandono non è facilmente spiegabile, anche perché le aree preistoriche venete, dello stesso periodo, non sembra siano state interessate dal fenomeno. Le causa dovrebbe essere stata “climatica”. Mi pare che si debba escludere quella di una persistente siccità, con conseguente messa in discussione di qualsiasi pratica agricola, in quanto, se quella fosse stata la causa, il fenomeno avrebbe sicuramente interessato anche le zone dell’oltre Po veneto. 
    Ma la mancanza di alcune caratteristiche , che in genere evidenziano questo genere di aggregazioni, mettono in discussione tale tipologia: la disposizione
    - 1 -
    Più probabile perciò che l’abbandono sia stato provocato da un lungo periodo piovoso, con conseguente impaludamento, che ha impedito non solo una qualsiasi pratica agricola ma ha creato anche grossi problemi di transitabilità stradale. Se così stanno le cose, si spiegherebbe l’abbandono per un lungo tempo delle terremare padane, come pure si comprenderebbe il non necessario abbandono abitativo della nostra area preistorica , dal momento che , come detto, questo abitato si trovava in una fascia di terreno eccezionalmente alta, esente da alluvioni. Naturalmente solo i risultati degli scavi potranno dare al riguardo risposte definitive.
    L’orientamento Nord –Sud delle numerose capanne facilmente individuabili, fa pensare che i fondatori di tale abitato conoscessero molto bene il vantaggio dell’orientamento solare; la leggerissima deviazione a levante di alcuni gradi, fu resa probabilmente necessaria per seguire la pendenza del terreno.
    Oltre che alla centuriazione romana, il loro orientamento corrisponde esattamente a quello della via Lunga, una via che a sua volta partiva a perfetto angolo retto dalla via Emilia. Si tratta di aspetti non casuali che meriterebbero di essere approfonditi. Un abitato tanto grande, attraversato da una importante direttrice terrestre e con un breve percorso fluviale, facilmente collegabile alle rotte marittime, non poteva non essere stato in rapporti anche con popolazioni lontanissime.
    In attesa che i dati dello scavo facciano luce su questi rapporti, mi sembra opportuno “rispolverare” alcune antichissime cronache , che ricordano antichi rapporti fra le nostre zone ed alcune antiche popolazioni.
    Si tratta di resoconti di viaggi e di migrazioni, alcuni dei quali non tenuti nella giusta considerazione in quanto ritenuti solamente frutto della fantasia degli autori greci.
    Vediamo gli antefatti: verso il XII secolo A.C. tutto il Mediterraneo fu teatro di grandiosi sconvolgimenti : avvenimenti ricordati nella Bibbia, nella Iliade e nella Odissea (in particolare la caduta di Troia), invasioni dei così detti “Popoli del Mare” ricordati in alcune stele egiziane, crollo di alcuni imperi fra cui quello Ittita ed il Miceneo,ecc. Tutti questi sconvolgimenti crearono delle migrazioni che a loro volta crearono altre migrazione; alcune delle quali interessarono anche l’alto Adriatico.
    Molti sono gli autori della antica Grecia , che direttamente o indirettamente ricordano l’alto Adriatico: Esiodo, Erodoto, Tucidide, Licofrone, Ellanico di Mitilene, Eumelo di Corinto, Artemidoro di Efeso, Callimaco.
    Molti sono i popoli che risultano approdati nelle nostre coste: Pelasgi, Lelegi, Tirreni, Tessali; a questi vanno aggiunti i leggendari Iperborei .
    Moltissimi i miti Greci ambientati anche in Adriatico: Fetonte, le isole Elettridi, tre fatiche di Ercole, (mandrie di Gerione, cerva Cerinea, e Pomi delle Esperidi), due saghe Argonautiche (quella di Apollonio Rodio e quella tramandataci da Eumelo di Corinto, la cosi detta Leggenda Minia), la maga Circe, Dedalo ed Icaro, Cadmo ed Armonia, Gerione, Castore e Polluce. Alcuni eroi: Antenore, Diomede, Odisseo, Enea, ed alcune divinità: Artemide e Tiberino.
    Molte le città che sarebbero state fondate da questi popoli oppure da questi eroi: fra queste, Padova da Antenore, Ravenna dai Tessali, Spina da Diomede. Faenza dagli Attici, pure Imola sarebbe stata fondata da un eroe fuggito da Troia.
    - 2 -
    Sarebbe troppo lungo elencare tutti gli avvenimenti che hanno avuto per protagonisti questi popoli, questi eroi e queste divinità nell’arco Adriatico, perciò vediamo di passare in rassegna solo i miti e le cronache che possono avere direttamente interessato il nostro abitato preistorico.
    ISOLE ELETTRIDI
    Queste isole leggendarie, che si sarebbero trovate alla foce del Po e che sono ricordate da tantissimi autori greci, erano il punto terminale dell’ambra , una resina all’epoca ricercatissima , proveniente dal mar Baltico. Considerato che l’ambra è stata trovata in quasi tutti gli abitati preistorici, sicuramente sarà trovata anche nel nostro insediamento.
    La prima tappa degli Iperborei, leggendaria popolazione residente nell’Europa centrale, era in una delle isole Elettride, ebbene la città di Pisa, punto terminale della direttrice Spinete –valle Senio –Tirreno, sarebbe stata fondata da Piso , re degli Iperporei.
    Codeste isole erano sacre alla dea Artemide, una dea corrispondente alle romane Diana e Feronia . Ebbene due santuari dedicati a Diana si trovavano nel lughese: uno di questi era nei pressi della via Lunga, quello di Feronia si trovava a Bagnacavallo.
    A proposito di Bagnacavallo, vuole una antica tradizione che questa cittadina sia stata costruita sopra una delle isole Elettridi. Considerato che su queste isole sarebbero approdati i protagonisti della Saga Argonautica, cioè la spedizione partita alla conquista del “vello d’oro”, stranamente nello stemma di questo comune appare un cavallo bianco con scritto Cillaro,Stersicoro cavallo più volte ricordato dallo storico greco ) appartenente a Polluce, uno dei Dioscuri, cioè la coppia di fratelli che risultano fra i partecipanti della già ricordata saga degli Argonauti.
    ENEA
    Come è noto questo eroe sarebbe fuggito da Troia dopo la distruzione della città.
    Tutti gli studiosi concordano che questi avrebbe fondato la città di Lavinio, da cui poi avrebbe avuto origine Roma. Divergenze si riscontrano invece riguardo alla strada che questi intraprese per raggiungere il Lazio.
    Quasi tutti gli studiosi ritengono che Enea raggiunse questa regione con una rotta tirrenica e una breve risalita del Tevere; non mancano comunque tradizioni che indicano invece un diverso tragitto marittimo (risalita dell’Adriatico) e conseguente diverso tragitto terrestre (nella foto Enea col padre Anchise sulle spalle, raffigurato in vaso greco ora al Louvre di Parigi).
    Approfondiamo questa ultima e non impossibile direttrice.
    Una antica tradizione vuole che Enea per arrivare nel Lazio da Troia avrebbe percorso a ritroso la strada che il suo avo Dardano aveva fatto per arrivare da Cortona alla Troade. Ebbene, se questa antica tradizione contiene un barlume di verità (tradizione riportata anche nella Eneide Virgiliana), significa che Enea avrebbe fatto il tragitto fiume Spinete , Cortona, Lazio , conseguentemente sarebbe passato dal nostro territorio. Anche un passo di Licofrone potrebbe mettere in discussione il tragitto “tirrenico” tenuto da Enea, infatti si legge che l’eroe prima di arrivare nel Lazio si trovava nei pressi di Pisa, un passaggio inspiegabile per chi da Troia dovesse andare, via tirrenica, nel Lazio. Spiegabile invece per chi avesse invece usato il tragitto Adriatico, Spinete , valle Arno, Lazio.
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    Qualcuno potrebbe giustamente chiedere la ragione per cui Enea, intenzionato a raggiungere il Lazio, col tragitto Adriatico- Cortona, avesse dovuto per forza approdare e risalire il fiume Spinete: ebbene la risposta si ricava da un passo di Ellanico di Mitilene, questi parlando dei Pelasgi dice: “… i Pelasgi scacciati dal loro paese, la Grecia, arrivati al fiume Spinete lasciarono le navi, proseguirono il viaggio via terra e arrivati a Cortona l’occuparono poi proseguirono verso la Tirrenia …” questo significa che anche la direttrice Spinete-valle del Savio- Cortona, Lazio, era nella antichità molto praticata.
    A parere di molti studiosi, il culto del dio Tiberino, dio delle acque, sarebbe stato portato in Italia da Enea, non a caso il Tevere si chiamava Tiberiacum. Tiberiacum si chiamava in antico il Senio. Semplice coincidenza? E allora come spiegare che il nome ancor più antico del Tevere era Spino, cioè come il nome antico del fiume che attraversava il nostro abitato preistorico?
    Sappiamo dallo storico romano Plinio il Vecchio che lo Spinete era un fiume proveniente dall’Imolese, il
    Vatreno, un fiume formato dal Santerno, dal Rasena e dal Senio.

    Oltre a quelle già elencate non mancano nelle nostre zone altre tracce di presenze di antichissime popolazioni.
    Da molte cronache antiche risulta che vi era una città chiamata Spina, fondata all’epoca della guerra di Troia dai Pelasgi: Questa Spina non può assolutamente corrispondere alla Spina etrusca scoperta nei pressi di Comacchio, risalente al V secolo a.C, ma corrisponde ad una città più antica di almeno sette secoli, città ricordata da molti scrittori antichi; Strabone, Dionisio di Alicarnasso, Plinio, Polemone, Ellanico di Mitilene, Stefano Bizantino, Artemidoro di Efeso, città che aveva eretto un “tesoro” nel santuario greco di Delfi. Si tratta quest’ultimo di un abitato che se si vuole scoprirlo occorre cercarlo lungo la già ricordata antica direttrice, cioè la via Lunga.
    Vi sono buone ragioni per credere che questa direttrice, dallo Spinete al Tirreno, sia stata usata dai Micenei antica popolazione greca. Tracce del loro passaggio sono già state rinvenute lungo la valle del Senio, nei pressi di Monte Battaglia e nel versante toscano. Sicuramente le tracce “micenee” saranno trovate anche nel Solarolese.
    Riassumendo: l’importanza di questo abitato preistorico è in particolare dovuto al fatto che si trovava in una delle più importanti direttrici di traffico della antichità; infatti le popolazioni che dal centro Europa intendevano andare nella Italia centrale, dovevano obbligatoriamente usare le due direttrici Spinete-valle del Senio oppure Spinete valle del Savio, perciò dovevano passare dal nostro abitato preistorico. Altrettanto dicasi per le popolazioni che per tale scopo usavano la rotta Adriatica
    Gli scavi intrapresi faranno molta “luce” al riguardo di queste antichissime migrazioni: Vi sono buone ragioni per credere che, a scavi conclusi, la preistoria e la protostoria romagnola ( e non solo romagnola) sarà in parte da riscrivere.
    Gli scavi “diranno” molte cose ma un “enigma” che riguarda il nostro abitato preistorico difficilmente sarà svelato : la inspiegabile ragione per cui nell’area dell’abitato non sono state nel medioevo costruite le cittadine di Bagnara oppure di Solarolo. Bagnara vecchia si trova a meno di due Km, l’attuale Bagnara a poco più di due Km, Solarolo a circa 3 Km (veduta dall'alto della attuale cittadina). Cosa avrà impedito che una di queste cittadine fosse costruita in loco?.
    - 4 -
    Con tutte le riserve del caso, formulo al riguardo due ipotesi: prima ipotesi (la più probabile), all’epoca della fondazione di Bagnara e di Solarolo, l’area preistorica non era più attraversata da un corso d’acqua. Dove fu fondato Solarolo passava il Santerno, e dove fu fondata Bagnara vecchia passava il Rasena. Tutte le città medioevali sono state fondate in prossimità di un corso d’acqua.
    Seconda ipotesi (poco credibile): già in epoca romana detta area era considerata “terra di nessuno” cioè non apparteneva né all’ager Faentino, il cui territorio arrivava solo alla attuale via Lunga, né all’ager Imolese, il cui territorio arrivava solo alla attuale via Pilastrino. Se, come è probabile, tali confini, oltre che costituire i civili , hanno nel medioevo continuato a fissare anche quelli ecclesiastici, le popolazioni che ad un certo punto ritennero necessario fondare qualche abitato, si resero immediatamente conto che un centro nato in tale territorio non avrebbe potuto far parte di nessuna giurisdizione né civile nè ecclesiastica, perciò ritennero giustamente opportuno costruire detti centri abitati in altri territori. Mi rendo perfettamente conto della “debolezza” di questa ultima ipotesi, ma considerato che al riguardo si brancola nel “buio”, tutto può servire per fare un po’ di “luce”.
    PER SAPERNE DI PIU’
    I temi qui sommariamente trattati sono solo una piccola parte di quelli scaturiti in oltre vent’anni di mie ricerche al riguardo della protostoria solarolese, infatti questi temi, con maggiori approfondimenti, li ho più volte trattati in vari saggi: Circe Ulisse ed Enea in Adriatico?; Alla ricerca del tesoro di Spina nel santuario greco di Delfi; Le radici della Romagna affondano nella saga Argonautica ; La via Lunga ed il Periplo dello Ps Scilace; Il Senio l’antico Tiberiacum?; Si tratta di saggi facilmente consultabili in varie biblioteche della Emilia-Romagna.
    Giuseppe Sgubbi
    Solarolo.  Agosto 2006 Stampato a cura dell’autore.

    LE RADICI DELLA ROMAGNA AFFONDANO NELLA SAGA ARGONAUTICA

    Già in miei altri scritti ho portato testimonianze antiche riguardanti “Tracce di frequentazioni greche nell’alto Adriatico”.
    Con questo scritto intendo fare una indagine riguardante possibili collegamenti fra eroi greci e santi cristiani.
    Come è noto la “cristianizzazione” trovò grandi difficoltà in quanto in ogni area dell’impero romano era contrassegnata da una diffusa e ben radicata religione pagana.
    La chiesa usò un ottimo “stratagemma”: dove vi era un tempio pagano levò le insegne pagane e mise le religiosi, in particolare le croci, ove era venerato un eroe greco, fece in modo che venisse venerato un santo cristiano, le feste pagane diventarono feste cristiane.
    Non si vuole con questo voler affermare che tutte le chiesi siano state erette sopra a delle fondamenti di templi pagani, ma molte delle più antiche, come per esempio le pievi, come gli scavi hanno ampiamente dimostrato,detengono tali caratteristiche
    Come pure non si vuole affermare che tutte le feste cristiane corrispondono a delle feste pagane, ma come è noto molte hanno tali origine.
    Molte incertezze riguardano i sicuri collegamenti fra feste di eroi pagani e feste di santi cristiani, infatti si possono fare solo delle ipotesi.
    Si tenga presente che quest’ultimo tema è stato oggetto, all’inizio del secolo scorso,di un vivace dibattito, da una parte studiosi inglesi e tedeschi, e dall’altra parte studiosi francesi ed italiani.
    Scopo di questa ricerca è di indagare ciò che può essere accaduto in Romagna, cioè se gli eroi greci che risultano approdati nelle nostre terre siano stati soppiantati da santi cristiani.
    Si tratta di una ricerca irta di difficoltà, infatti occorre fare indagini sia sulle leggende classiche cioè avvenimenti accaduti almeno mille anni prima della nascita di Cristo, sia sui primi tempi del cristianesimo che come è noto vi è grande penuria di testimonianze degne di fede.
    G. S.
    Nota di redazione: Le immagini sono tratte da Wikipedia alle voci : Solarolo, Argonaiti ed Enea, con licenza Wikimedia Commons in quanto di pubblico dominio.


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    Inserito da redazione

    giovedì 21 febbraio 2019

    controproposta ad una casa editrice


    UNA CONTRO PROPOSTA
    Spett Editoriale
    Ho ricevuto la vostra proposta, rispondo con piacere facendo una contro proposta, ma prima mi sembra giusto precisare tutto.
    Classe 1938 V elementare scrivere è sempre stata la mia passione.
    Ho scritto moltissimo su svariati temi, sport cultura storia politica ecologia, zirudelle, brevi commedie, anche una canzone,
    Recentemente ho cercato di quantificare tali scritti (in giornali riviste internet) sono arrivato a settecento poi mi sono fermato..
    Veniamo a noi, e dirò per correttezza cose che comunque vi ho già in parte già detto.
    Tutti gli articoli che compongono TRENT'ANNI DI RICERCHE STORICHE ED ARCHEOLOGICHE sono pubblicati ad Internet, addirittura grazie ai vari motori di ricerca quasi tutti possono essere letti in ogni parte del mondo,
    Come pure si possono trovare in fotocopia in alcune biblioteche della provincia di Ravenna e Bologna.
    Due di questi scritti, quello di Teodato e quello riguardante le vicende ambrosiane si trovano pure pubblicate rispettivamente nella rivista scientifica tedesca Historia N 54 del 2005 ed in Pallas rivista francese N. 7 del 2008.
    Questo non deve significare che alle biblioteche non interessi il libro, anzi considerato che la stragrande maggioranza di queste non hanno voluto i miei scritti in quanto semplici fotocopie, vi sono buone ragioni di credere che una discreta vendita sia possibile,
    In tale libro ho concentrato temi che possono interessare anche altre zone, perciò al riguardo sono molto fiducioso.

    Premetto che non sono assolutamente in grado di correggere eventuali errori grammaticali, mentre invece non ho riscontrato, ma posso dare una ulteriore verifica, errori di altro genere.
    Mi sorge un dubbio, l'articolo dato a Pallas, data 2008 cioè 5 anni fa, potrà essere pubblicato da altri?
    Quale è la mia contro proposta?
    Brevemente la espongo: non voglio percentuale, voi vi siete dati da fare, avete già fatto delle spese perciò il ricavato mi sembra giusto che sia tutto Vostro,
    Chiedo solo una cosa, 15 copie gratis che mi impegno a non venderle alle biblioteche, anzi prometto che farò in modo di far sapere alle biblioteche che non hanno voluto i miei scritti che è disponibile il libro.

    Come presentazione non saprei cosa dire, posso solo dire che i temi sollevati e le considerazioni provengono dalle ricerche che ho fatto sul territorio, sono un archeologo dilettante.
    Allego altri miei scritti di storia ed alcuni scritti di economia- politica, che se ritenete opportuno potete pubblicarli.
    Allego mia recente foto.
    Graditissimi saluti

    Sgubbi Giuseppe via Borgo Bennoli 30 48027 Solarolo Ravenna

    mercoledì 20 febbraio 2019

    cura delle malattie in antichità e nascita della religione

    LA CURA DELLE MALATTIE NELLA PIU' REMOTA ANTICHITA'
    Da milioni di anni il pianeta Terra è ininterrottamente abitato da uomini, piante ed animali. Senza un indispensabile meccanismo di adattamento, difesa e cura, questo non sarebbe stato possibile, infatti il pianeta sarebbe completamente disabitato. Considerato che si tratta di un meccanismo innato, dovremo chiamarlo autodifesa, autoadattamento, ed autocura.Quando l'uomo incominciò a distinguersi dalla scimmia, usufrui del naturale potere autocurante del corpo e apprese qualche suggerimento dando uno sguardo sul come gli animali curavano i loro malanni. Successivamente, a differenza degli animali, l'uomo si sarà chiesto la ragione per cui si era ammalato, ma non trovando risposte certe, avrà incolpato non ben specificati “spiriti maligni”. Ovviamente avrà iniziato ad invocare ben specificati “spiriti begnini”. Questa è una delle ragioni per cui sono nate le religioni.
    Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna Cellulare 347 9438906

    sabato 16 febbraio 2019

    SAGGEZZA ANTICA




    GIUSEPPE SGUBBI






    AFORISMI
    (La saggezza dei nostri padri)









    Stampato a cura dell’autore

    Solarolo (Ra) Agosto 2002



    AFORISMI
    (LA SAGGEZZA DEI NOSTRI PADRI)

    Un aforismo è un “TESORO” solo se ci ricordiamo di lui nel momento opportuno

    (Johann Wolfgang Goethe)

    PREMESSA


    Aforismi, sentenze, massime, confessioni,pensieri, motti, proverbi citazioni; tutte queste parole hanno una definizione diversa ma hanno una derivazione comune:considerazioni scaturite al seguito di esperienze di vita.
    Di questi “detti famosi”ne sono stati pubblicati decine di migliaia,conseguentemente ho dovuto farne una selezione:ho scelto quelli che mi hanno fatto meditare.
    Forte è stata in me la tentazione di commentarne qualcuno, ma vi ho rinunciato in quanto non ero sicuro di averli interpretati correttamente.



    Ognuno è l’artefice delle proprie fortune e delle proprie disgrazie.

    Molti , per desiderio di avere sempre di più, perdono anche quello che hanno.

    Dove c’è bisogno delle mani, le parole sono perfettamente inutili.

    Per il saggio ogni disgrazia è una lezione di vita.

    I cambiamenti di luogo non rendono intelligente chi è stupido.

    Non desiderare mai nulla di troppo.

    Nessuno può essere definito felice prima che sia morto.

    Quando parli di un nemico, non dimenticare mai che forse un giorno diventerai suo amico.


    Non sposare una donna più ricca di di te, se non vuoi diventare servo dei suoi parenti.

    Il momento migliore per stare zitto è quando ti sembra di scoppiare se non parli.

    Le parole sono medicine per l’animo che soffre.

    Niente giunge inaspettato; bisogna aspettarsi di tutto.

    Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente.
    La violenza è meno disonesta della calunnia perché se non altro opera palesemente.
    Gli invidiosi soffrono il doppio degli altri uomini: infatti non solo soffrono per i loro mali comegli altri, ma soffrono anche per i beni altrui.

    La vecchiaia è uno stato di riposo e di libertà: spenta la violenza delle passioni, ognuno è finalmente libero da una folla di tiranni forsennati.

    Chi ha deciso di fare del male non fatica a trovare un pretesto per farlo.

    Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza.

    I giovani sono fiduciosi perché non hanno ancora avuto il tempo di essere ingannati.

    Chi si è dedicato per tempo alla filosofia ha sugli altri un grande vantaggio: fa, senza essere costretto, ciò che i più fanno per paura delle leggi.

    La cultura è un ottimo viatico per la vecchiaia.

    Niente è più dannoso per un uomo che il dargli tutto quello di cui ha bisogno, senza che abbia lottato per averlo.

    Le masse per andare “avanti” devono ascoltare i capi, i capi per andare “avanti” non devono ascoltare le masse.

    Se è giusto che i lavoratori partecipino alla suddivisione degli utili è anche giusto che partecipino alla suddivisione delle perdite.

    Se vuoi dire qualcosa senza essere interrotto, non ti resta che scriverlo.

    Le disgrazie altrui ci lasciano indifferenti tranne quando ci fanno piacere.

    Per le sue idee l’uomo non corre alcun rischio solo se le sue idee non valgono niente, oppure se non vale niente lui.

    Il compromesso è un accordo col quale due persone ottengono quello che nessuna delle due voleva.

    Uno dei grandi vantaggi del procedere sulla retta via è che ben pochi cercano di superarti.

    Ben difficilmente l’uomo è contento della sua sorte; invidia sempre quella del vicino che a sua volta sarebbe altrettanto desideroso di cambiarla con quella degli altri.

    Per amare una cosa ti devi rendere conto che puoi perderla.

    La menzogna cammina più della verità, ma quando si ferma non parte più.

    Non si può rafforzare i deboli indebolendo i forti.

    Amare chi ti ama è facile, è più difficile amare chi ti odia.

    Chi è pietoso con i crudeli, può essere crudele con i pietosi.

    L’onore è come la gioventu: perduto una volta non si recupera più.

    Il sapere e la ragione parlano, l’ignoranza ed il torto urlano.

    La coscienza è una “voce” che ti dice che qualcuno ti stà osservando.

    Troppi sono quelli che per far brillare la propria luce, sono costretti a spegnere quella degli altri.

    Se si dovesse tollerare negli altri quello che permettiamo a noi, la vita sarebbe intollerabile.

    Se un uomo sapesse quello che gli altri dicono di lui, sarebbe arrabbiato con tutti.

    Se tutte le nostre disgrazie fossero messe in un mucchio insieme a quelle degli altri e vi fosse la possibilità di prendere quelle che si vuole, faremmo le botte per riprenderci le nostre.

    Vuoi vedere l’amicizia? ; guarda alcuni cagnolini che giocano. Vuoi vedere la guerra?; buttagli un pezzo di carne.

    I sentieri più sicuri sono quelli più battuti, ma non bisogna aspettarsi molta selvaggina.

    Il piacere della disubbidienza per i giovani non c’è più in quanto non ci sono più gli ordini.

    Niente abbassa il livello della conversazione come quello di alzare la voce.

    Impoverire i ricchi non vuol sempre dire arricchire i poveri, spesso vuol dire impoverirli entrambi.

    Spesso la bugia ha già fatto il giro del mondo, mentre invece la verità deve ancora allacciarsi le scarpe.

    I giovani non trovano più il tempo di imparare in quanto sono troppo impegnati a darci delle lezioni.

    Nessuna donna ha nulla in contrario ad essere definita intelligente, purchè le si assicuri che questo non rechi danno al suo aspetto.

    Non giudicare dalle apparenze; il mattiniero può essere stato alzato tutta la notte.

    C’è un tempo per innamorarsi, c’è un tempo per fare l’amore e c’è un tempo per farla finita.

    Quando stai per fare una cosa ,pensa a quello che diranno gli altri ma in particolare a quello che dirà la tua coscienza: di quello che diranno gli altri dovrai tenerne conto qualche volta, di quello che ti dice la tua coscienza dovrai tenerne conto sempre.

    Far del bene a chi non lo merita è come far del male.

    La donna ha un buon profumo quando non ha alcun profumo.

    Chi tace la verità è come dicesse il falso.

    Chi vive a lungo vede molte cose che non vorrebbe vedere.

    Se non hai tu per primo rispetto di te, nessuno può averne per te.

    L’onore è un onere.

    Ignorare quello che è avvenuto prima della nostra nascita vuol dire rimanere sempre bambini.

    Il corpo con l’esercizio, si stanca; la mente invece, rinvigorisce.

    Non bisogna mai stare senza far niente, specialmente quando non si ha niente da fare.

    Nessuna persona intelligente ha mai detto che cambiare opinione è sintomo di incostanza.

    La cultura per essere veramente cultura deve servire a rendere onesti quelli che la professano.

    Una donna o ama o odia: una terza possibilità non c’è.

    Quando pone fine ad una brutta vita, anche la morte è bella.

    Se neghi qualcosa a qualcuno che hai sempre accontentato, lo costringi a diventare ladro.

    Un guadagno che comporti la perdita del buon nome deve essere definito una perdita.

    Temi i giusti ed i mansueti, la loro ira sarà terribile.

    Quando viene assolto il colpevole, il condannato è il giudice.

    Si inganna di meno la persona cui si dice subito di no.

    Le leggi devono essere come gli abiti: devono adattarsi perfettamente alle persone per le quali sono state fatte.

    Non sbattere la porta dietro di te, potresti desiderare di riaprirla.

    Non è mai accaduto che la natura dica una cosa e la saggezza un’altra.

    Riconoscere di aver sbagliato significa prendere atto che da quel momento si è più saggi.

    Gli invitati dovrebbero comportarsi sempre in modo che chi li ospita si senta in casa propria.

    Tradizione non significa che chi era vivo è morto, ma che chi è morto è ancora vivo.

    La vecchiaia è una cattiva abitudine che chi è occupato non ha trovato il tempo di prendere.

    Nessuno può farsi considerare inferiore senza il suo consenso.

    Quando crediamo di “ammazzare “ il tempo, non ci rendiamo conto che è il tempo che ammazza noi.

    Se il vostro denaro parla per voi, significa che voi non avete niente da dire.

    Se l’epiteto sostituisce l’argomento significa che la replica è povera.

    A chi ha fatto del bene,questo ritorna centuplicato, chi ha fatto del male ritorna centuplicato.

    Tutto il dolore che una vedova prova per la morte del marito scrittore, è mitigato dal piacere di potersi finalmente liberare di tutte le sue carte.

    Il vestito deve essere come un cancello: custodire la proprietà senza impedirne la vista.

    Se un uomo si sente migliore dopo che ha pregato, significa che la preghiera è stata esaudita.

    Rubare una carica è come rubare un portafoglio.

    Nessuno ha memoria sufficente per essere un perfetto bugiardo.

    Ascoltare la musica quando si mangia, è un mancare di rispetto sia al cuoco che al musicista.

    La storia ci insegna che purtroppo dalla storia non abbiamo imparato niente.

    L’uomo veramente libero deve poter rifiutare un invito a cena senza dover trovare una scusa.

    Quando vi sentite spingere dal di dietro significa che siete davanti agli altri.
    Una delle maggiori prove di mediocrità è il non sapere riconoscere l’altrui superiorità.

    Ognuno deve imparare a riporre le sue speranze solo in se stesso.

    Per molta gente l’essere diventati ricchi non significa aver finito di penare, ma semplicemente aver cambiato pena.

    Per quanto possibile , dobbiamo star lontano dai luoghi sdrucciolevoli, visto che facciamo già tanta fatica a stare in piedi anche nei luoghi asciutti.

    Niente costa di più di ciò che si è comprato con le preghiere.

    La cosa più tremenda è portare in cuore, notte e giorno, il testimone delle proprie colpe.

    In un sol giorno di smodata allegria si può perdere più di quanto si è guadagnato in lunghi anni di serietà.

    Quando l’imbecillità stravince, essere sconfitto è un onore.

    Quando tutti ti danno ragione significa che tu hai torto.

    E’ male fare alla gente solo del male, ma è più male fare alla gente solo del bene.

    Prima il bambino lo tratti da uomo, prima uomo diventerà.

    Mai le nostre difese si rivelano cosi vulnerabili come quando ad attaccarle è il sesso.

    Quando non riusciamo a fare una cosa , sempre incolpiamo le “insuperabili” difficoltà, ma quasi sempre la colpa è della nostra pigrizia.

    Solo la persona stessa è in grado di valutare la negatività o la positività della propria esistenza.I vantaggi o gli svantaggi sono solo personali,infatti non sono tramandabili.

    Meglio stare con i pochi ed aver ragione, che stare con i molti ed avere torto.

    Quando serve illudere, si creano delle persone che non distinguano il vero dal falso.

    Essere povero non deve essere motivo di vergogna, motivo di vergogna è il non aver fatto tutto il possibile per non restare povero.

    Le massime rimangono insignificanti finchè non si concretizzano in abitudini.

    Suprema ingiustizia è trattare gli uguali in modo disuguale, ma è anche ingiustizia trattare i disuguali in modo uguale.

    Quando si è costretti a spiegarci bene , significa che non siamo stati chiari

    Nel tentativo di mettere d’accordo due linee, spesso si crea una croce.

    Possiamo tentare di innestare i peri sull’olmo, ma per sicurezza continuiamo a piantare i peri.

    Non potendo più dare cattivi esempi, i vecchi danno solo buoni consigli.

    Il valore della gloria è da misurare dai mezzi di cui ci si è serviti per averla.

    Sbagliamo se crediamo di non avere bisogno degli altri, ma sbagliamo ancor di più se crediamo che gli altri abbiano per forza bisogno di noi.

    Come potremmo pretendere che un altro mantenga un nostro segreto, se noi stessi non siamo capaci di farlo?.

    Le persone che in gioventù sono state piacenti, diventano ridicole quando non si rendono conto che non lo sono più.

    La saggezza è per l’animo quello che la salute è per il corpo.

    Occorre annotare ciò che non condividiamo in quanto lo dimentichiamo prima di quello che condividiamo.

    Gli uomini non parlano volentieri dei loro problemi sessuali, coprendo le loro mancanze col “cappotto” delle menzogne, come se nel mondo del sesso facesse sempre cattivo tempo.

    La vita è come una partita di scacchi, una mossa falsa ci fa perdere la partita, purtroppo senza rivincita.

    A volte per i morti si fanno delle cose che non si fanno per i vivi.

    Si dimentica presto quello che non si è pensato profondamente.

    La natura sembra capace di dare solo malattie brevi, la medicina si è arrogata il diritto di allungarle.

    Non bisogna giudicare gli uomini da una cattiveria commessa, in quanto non sappiamo quante cose buone possono aver fatto.

    Davvero raro che ci si lasci di buon accordo, perché se si era in buono accordo non ci si lasciava.

    Ognuno di noi rischia tutte le sere di diventare il fatto di cronaca del giorno dopo.

    Chi ha bisogno di un incitamento per fare una azione nobile, non riuscirà mai a farla.

    A volte può anche accadere che da una azione di male sembri che ne derivi qualcosa di bene, oppure che da una azione di bene derivi qualcosa di male, è una illusione, inesorabilmente succederà prima o poi il contrario.

    Ogni errore che commettiamo è una cambiale che prima o poi dovremo pagare.


    La speranza anche fosse illusoria, serve almeno a condurci alla morte per una strada piacevole.

    Come una giornata spesa bene è un bel dormire, una vita spesa bene è un bel morire.

    La moltitudine che guarda con ammirazione un uomo di successo, è anche quella che guarderebbe lo stesso uomo sul patibolo.

    E’ meglio sposarsi o è meglio non sposarsi?: è uguale, ci si pentirà ugualmente.

    Nel liceo classico, diversamente dalle altre scuole, si impara anche a vivere.

    E’ dei miseri più miseri chi si arricchisce dalle miserie altrui.

    Il vero scopo dei libri è obbligare la mente a pensare per proprio conto.

    Si è adulti il giorno che per la prima volta si ride cordialmente di sé stessi.

    E’ facile essere generosi con la roba altrui.

    Noi crediamo di possedere la roba, invece è la roba che possiede noi.

    Le piccole spese sono quelle che vuotano la borsa.

    Ci vuole coraggio per alzarsi e parlare; ma ce ne vuole anche a restare sempre seduti ad ascoltare.

    Quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra.

    Il metodo migliore per allevare un bambino è di averne due.

    Le promesse di ieri dell’uomo politico, sono le tasse di oggi.

    Diventa onesto e saprai con sicurezza che al mondo c’è un furfante in meno.

    Se volete che un compito facile diventi difficile, rimandatelo.

    Nessuno può considerarsi un buon marito finchè non capisce ogni parola che la moglie non dice.

    Se desideri molto una donna lasciala andare via. Se ritorna da te sara tua per sempre, se non ritorna non è mai stata tua.

    Non aver fretta ad arrabbiarti, c’è sempre il tempo per farlo.

    Quando non si ha quello che si ama, bisogna amare quello che si ha.

    Una massima consiste in un minimo di parole e in un massimo di buon senso.

    Le donne sarebbero le creature più adorabili della terra se, cadendo nelle loro braccia, non si cadesse anche nelle loro mani.

    E’ facile sfuggire alle nostre responsabilità, ma non possiamo sfuggire alle conseguenze d’essere sfuggiti alle nostre responsabilità.

    Le lezioni non si danno, si prendono.

    Non abbiate vicini se volete vivere in pace con loro.

    Le ingiurie sono umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve.

    Campassimo pure più di mille anni, la nostra vita ci sembrerà sempre breve, se non sapremo spenderla bene.

    La via che conduce ad una vera felicità non passa nelle banche.

    Non tutti gli uomini sono in vendita, lo ricordino quelli che credono di poter comprare tutti gli uomini.

    Cio che non troviamo è quasi sempre ciò che non cerchiamo abbastanza.

    Un matrimonio mal riuscito è una delle più profonde sofferenze in cui si possa incappare lungo il cammino della vita.

    Non c’è nulla nella vita che meriti di essere goduto a prezzo di tutto il resto.

    La vita di ogni persona è come un giorno di inverno: si nasce nella prima ora, ma fino alle otto non si fa niente perché è ancora buio, alle sedici è di nuovo buio, a mezzanotte si muore

    Chi ride per primo di se stesso, non viene preso in giro da nessuno.

    Chi ha seminato per gli altri si prepari al raccolto: tutto torna alla fonte.

    Il saggio non è necessariamente anche un sapiente, il sapiente non è necessariamente anche un saggio.

    Ognuno di noi, prima di morire, sarà giudicato da un giudice severissimo ed incorruttibile,quel giudice è la nostra coscienza. Solo chi è assolto può morire contento.(Giuseppe Sgubbi)