G:Sgubbi, , Giurisdizione civile ed
ecclesiastica di Imola e Faenza in epoca romana, 2006.
Il lavoro di G. Sgubbi,
Giurisdizione civile ed ecclesiastica di Imola e Faenza in epoca
romana, si inquadra nell’ambito degli studi topografici
dell’Italia antica, e propone un approccio nuovo e originale al
tema dei confini della zona emiliano-romagnola. All’argomento
l’autore ha già dedicato numerosi saggi e articoli che hanno
gettato nuova luce su luoghi, eventi e presenze storiche di età
romana, tardoantica e medievale: Il Sillaro confine della Romagna,
Ravenna, 2003, Solarolo dalla antichità al Mille, Ravenna,
1992, Il Senio l’antico Tiberiacum, Ravenna, 2002, Un
enigma di Pieve Ponte: il titolare S.Procolo, Ravenna, 2003,
Sulla località Quinto dove nel 536 D.C. fu ucciso il re dei Goti
Teodato, “Historia”, 2, Stuttgart, 2005, Dai primi
abitanti alla colonizzazione romana, in Storie di un
millennio, Russi ,1993, I confini Solarolesi, Solarolo,
1987, Il confine romano fra Imola e Faenza era segnato da
due “Quintari”, Solarolo, 2006. Già solo i titoli sono
indicativi degli orientamenti e degli interessi che hanno stimolato
la ricerca. Sulla base di dati archeologici, antropologici, storici,
urbanistici, e di una ricchissima documentazione (in bibliografia
compaiono più di seicento opere consultate) questo lavoro propone
risposte ardite e innovative, ma plausibili e motivate, a una serie
di problemi che finora non hanno trovato soluzioni definitive, primo
fra tutti l’esistenza in età augustea di una regione denominata
Aemilia, territorialmente corrispondente all’attuale regione
Emilia-Romagna. Contro il parere della maggioranza degli studiosi,
Sgubbi, dopo attenta valutazione delle fonti storiche e documentarie,
giunge alla conclusione che tale regione non esisteva. Fissato
questo punto, lo studioso si prepara ad affrontare un’altra vexata
quaestio, e cioè il confine civile fra Vicariato Annonario e
Vicariato Suburbicario, e il confine ecclesiastico tra metropoli
romana e metropoli milanese, al fine di precisare la posizione
giurisdizionale di Imola e di Faenza nella tarda romanità. L’autore
passa in rassegna criticamente i contributi di altri studiosi, e,
sulla base di una documentazione ricca e varia, giunge alla
conclusione che con ogni probabilità Imola e Faenza non dipendevano
da Milano, ma da Roma. Il denso e incisivo lavoro di Sgubbi
propone tematiche e prospettive che aprono il campo a nuove ipotesi
di lavoro: se le sue conclusioni sono valide, alcune pagine della
storia ecclesiastica dell’Italia settentrionale dovrebbero essere
riscritte.
Edi Minguzzi
Università degli Studi di
Milano
Recensione pubblicata nel vol.
27/1/2007 della rivista spagnola “Quadernos di Filologia
Clàsica” (Universidat Complutense de Madrid)
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