domenica 9 dicembre 2018

quintario come rintracciarlo

 Non molo tempo fa, con tre articoletti,  Quintario una   importantissima   strada della centuriazione romana,  Leggendo il catasto Faventino, e I confini in epoca romana,   ho sollevato il problema  QUINTARIO.  Non ho fatto altro che far conoscere agli studiosi  ciò che avevo   appreso sul quintario,   al seguito di  trentennali ricerche  effettuate  sulla centuriazione ove io abito,   Solarolo  provincia  Ravenna. Naturalmente ho precisato che per poter fare delle affermazioni di un certo spessore, occorreva estendere  l’indagine anche  verso altre zone  del mondo romano.       Essendo stato invitato  a tenere conferenze in zone  extra romagnole,   ed avendo potuto  effettuare utilissimi    confronti con altre zone centuriate,    ho la possibilità  di fare alcune utili  precisazioni e di aggiungere qualcosa   a quello già detto  nei sopra citati  articoli.     Pertanto,  ciò  che riporterò in questo articolo,  sono  i risultati  delle mie ricerche, fino ad ora  conseguiti,  perciò   risultati  ancora  provvisori ,  in quanto,  a mio modesto parere,  il  “problema quintario”  , è ancora ben lontano dall’ essere definitivamente risolto. Anticipo i risultarti  conseguiti,    che naturalmente  nel corso dell’articolo cercherò di spiegare nei minimi particolari,   al riguardo della sistemazione dei quintari, ho affermato,  senza tema di essere smentito, che in alcune aree centuriate è stato usato lo “schema Frontino”,  un quintario ogni quattro centurie,     in altre è stato invece  usato lo “schema Igino Gromatico” , un quintario ogni cinque centurie. Naturalmente non posso escludere che in “altre” aree siano stati usati altri “schemi.”      Per quanto riguarda  la numerazione delle strade, sia le centuriali che i quintari, “barcollo ancora  nel buio”, infatti  ho aggiunto “ipotesi alle ipotesi”.       La  prima cosa  che intendo  sottolineare è  la “colpevole latitanza “ degli studiosi,  al riguardo di questo importante aspetto della centuriazione.    Porto un esempio che ne descrive  l’evidente  trascuratezza,   prendiamo in mano   il bellissimo volume Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Modena,   dicembre 1983- febbraio 1984. Questo  libro contiene saggi di  qualificatissimi studiosi della centuriazione romana:  Settis,  Gabba,  Capogrossi Colognesi ,  Tozzi,  Favory,  Laveque,  Chouquer,  Carandini, Castagnetti,  Vallat,   Pagano, ed altri,  ma   fino a pagina  128  non troveremo la parola quintario,  la troveremo in alcune pagine  successive, ove ci si limita a far  presente  che in epoca romana,   fra le altre strade, 
venivano tratteggiati pure i quintari.  Decisamente troppo poco.   Di questi esempi potrei portarne a decine, infatti,  in moltissimi  articoli sulla centuriazione, tale parola non compare.    Mi rendo perfettamente conto che  per rintracciare  i  quintari si incontrano grande difficoltà:    la pratica della  centuriazione  ha durato  almeno 600 anni,    nel corso di un cosi lungo periodo tale  pratica    è stata regolata da diverse disposizioni di leggi ,  gli agrimensori   sono stati  costretti ad adattarsi ad innumerevoli e  diverse  situazioni paesaggistiche,  situazioni paesaggistiche che  nel corso dei secoli  hanno    sicuramente  subito ulteriori trasformazioni,  perciò non è possibile   rintracciarli   basandosi  solamente nei segni che queste strade  hanno lasciato sulla terra.  Si tenga anche conto  che,  al riguardo di tale pratica,  gli agrimensori  ci hanno tramandato ben poco,  perciò  alla luce di queste considerazioni,  non deve sorprendere  se  non esiste  una “regola aurea”che descriva  lo schema usato per  tracciare i quintari,  una regola che  avrebbe potuto  favorire  un facile rintracciamento.     Questo però non deve giustificare  il disinteresse  verso questo importante  aspetto della centuriazione,   infatti  la bibliografia,   al riguardo del quintario,   è praticamente inesistente.     Nel corso delle conferenze che ho effettuato,  ho cercato di  descrivere nei minimi particolari quelle che a mio parere  sono state le funzioni del quintario,  che  brevemente sintetizzo: strade di grande traffico nell’interno degli ager, perciò usate   sia da quelli che potremmo  chiamare “pubblica utilità”, ma,  nella occorrenza,  usati anche per spostamento di truppe.  Lungo il loro tragitto sono stati costruiti i  vici , i pagi  ed eventuali agglomerati umani,     funzioni catastali e postali,    delimitazione  dei saltus,  una di queste strade era riservata alla transumanza, cioè i calles,  diventati in epoca medioevali i tratturi. Ma la  funzione più importante  che aveva il quintario era quello di  segnare  i confini degli ager,   sul come veniva segnalato questo importante  confine, si e detto tutto ed il contrario di tutto,  fiumi,  cippi,  diversa orientamento della centuriazione, distanza  equidistante, ecc,   il fatto stesso che ogni studioso  ha fatto  al riguardo proposte diverse,  la dice lunga sulla comprensione del  come veniva effettivamente  tracciato. Uno sguardo  alla situazione attuale,   conferma  che effettivamente i quintari hanno avuto   le funzioni che ho appena accennato,  infatti su queste antiche strade si trovano le pievi,  le parrocchie,  i castelli,   i santuari,    piccoli e grandi agglomerati umani.  Molti confini provinciali
e comunali sono  tuttora  contrassegnati dai  loro   antichi percorsi.  Non credo che tutto questo possa essere annoverato fra le  “inspiegabili  coincidenze”.       Alla luce di queste  considerazioni,  mi pare che il problema quintario,  meriti di essere approfondito in quanto  permette  di aprire una  importante “finestra “ sul nostro passato, infatti  offre   concrete  possibilità di rintracciare  gli antichi agglomerati  scomparsi, sia di epoca romana che di epoca altomedioevali. Come  rintracciare i quintari      Iniziano  questo non facile compito analizzando  quel poco che   ci hanno tramandato i gromatici,  per vedere se è possibile  trarne qualche utile  indicazione:   Igino Gromatico  ci  fa sapere che  dalla sistemazione dei quintari  doveva scaturire un saltus  quadrato  di 25 centurie, cinque centurie per ogni lato.  Da   Frontino apprendiamo  che per una insieme di ragioni, forse per errore,   sono scaturiti anche  dei saltus  di 16 centurie,  perciò un quintario  ogni quattro centurie.   Esistono anche altre proposte ed altri esempi,  ma da quello che ho potuto constatare,    nella  stragrande maggioranza  delle centuriazioni  sono stati usati   le indicazioni di Igino,     oppure gli  “errori”  segnalati da Frontino.     Sono fermamente convinto  che il saltus corretto sia quello consigliato da Igino, non solo perché  il significato della parola     quintario  significa uno  ogni 5  centurie, ma anche   perché solo  con  tale  saltus è  possibile  effettuare una corretta variazione della centuriazione.   Nel corso delle conferenze  che ho effettuato,  mi sono lungamente soffermato sul significato e sulle molteplici funzioni dei saltus, un aspetto che tralascio,  in quanto  per  rintracciare i quintari, scopo primario di questo articolo,   occorre approfondire ben altri aspetti.     Cerchiamo ora  di dare una risposta ad una importante domanda:     considerato che  l’apparato stradale romano aveva come punto di partenza e di riferimento  il decumano massimo ed il cardine massimo,    il conteggio delle strade per poi  tracciare il quintario,  da dove iniziava?   A parere degli agrimensori  e dei pochissimi studiosi che si sono interessati di questo problema, il conteggio doveva  iniziare  con l’inclusione del cardine o decumano massimo, cioè  contare    anche quello.  In   apparenza,   doveva essere una operazione facile,  ma evidentemente  non lo era,    più spesso di quello che si crede e per ragioni che   non conosciamo, come i fatti dimostrano,  l’operazione deve avere incontrato delle  enormi  difficoltà.  Difficoltà  giustamente evidenziate  da Igino Gromatico,  questi,
sicuramente uno dei più preparati agrimensori  di epoca romana,  si chiede e chiede,  se la prima linea alla destra del cardine o decumano massimo  debba essere chiamata prima,  oppure seconda.   Considerato che anche  Igino consiglia l’inclusione,  la domanda appare superflua e   troppo ovvia la  a risposta,  se il conteggio doveva iniziare dalla prima strada,  la linea successiva  doveva essere considerata  la seconda.  Invece, come già detto, forse per regole poco chiare, spesso  venivano commessi errori.      Prima di iniziare  il conteggio  delle strade, scopo  rintracciare i quintari,   occorre rispondere ad una altra  precisa domanda:  in epoca romana le strade come erano classificate e  contrassegnate?  La nomenclatura  attuale delle strade  la conosciamo bene,   ogni strada  è contrassegnata  da iniziali.  Una  A  ed  un numero,  per le autostrade.    SS con un numero, per  le statali.  SP con un numero e con un nome, per   le provinciali.  SC senza   alcun numero( in verità occorreva),   ma con un nome,  per  le comunali.   In tale maniera  si riesce facilmente a distinguere le strade dalla più grande alla più piccola.  Ma la situazione in epoca romana non è altrettanto chiara.    Pur senza aver fatto  particolari approfondimenti,  mi risulta che   le consolari erano  contrassegnate con un nome, Emilia, Flaminia ecc.  I  decumani ed i cardini massimi ,  venivano individuati  con le semplici iniziali,    DM (decumano massimo),   e KM ( cardine massimo). Le  strade  centuriali ,    cioè quelle che delimitavano  le centurie,  venivano contrassegnate  con la iniziale K,   se cardine, e con la iniziale D,  se  decumani,   seguite da un numero, e con la dicitura destra oppure sinistra  a seconda della loro  posizione rispetto ai cardini e decumani massimi.  A parere di qualche studioso, queste ultime strade   non  venivano  numerate,   in quanto non avevano   alcuna funzione.  Effettivamente, le centurie venivano  contrassegnate con un numero, senza aver bisogno di  nominare le strade che le delimitavano, ma , considerato che   se Igino ha sentito  il bisogno di  chiedere  come deve essere chiamata una di quelle strade, significa  che ,  per ragioni che non conosciamo, vi era la necessità di distinguere le une dalle altre.  L’incertezza rimane, una incertezza che riguarda particolarmente  i quintari, considerato che queste erano strade di grande traffico,  aventi  pure  funzioni postali e catastali, vi sono buone ragioni per credere che oltre al nome quintario,   nome  dato a questo tipo di strada,     venisse pure numerato,  sia per  essere distinto dagli altri quintari,   sia  che per essere  facilmente localizzato.
Più avanti, nel corso delle “indagini preliminari” dovrò  volutamente omettere  di sottolineare anche   la   necessita di  consultare anche   ciò che altri hanno scritto al riguardo della locale centuriazione,  eppure   la grande  utilità è  fin troppo evidente, ma attenzione,   al riguardo della sistemazione dei quintari,  alcuni scritti potrebbero  essere fuorvianti.    Porto un esempio illuminante:   ho sotto agli occhi  il contributo del padovano Legnazzi,   riguardante  la centuriazione fra Imola e Faenza. Questi , fermamente convinto che  tale  centuriazione  fosse  stata  tracciata  come nel padovano, cioè con lo schema Igino, (tracciamento padovano comunque meritevole di essere verificato),     fece in modo che dalla sistemazione dei quintari,   scaturissero dei saltus di 25 centurie. Questi, non essendosi reso conto  che in detta zona la centuriazione era stata invece tracciata con  l’erroneo schema Frontino, commise, seppur involontariamente,  una lunga fila di errori.      Mi sorprende una cosa, nonostante che da anni faccio presente agli studiosi  che la carta Legnazzi è inaffidabile, una inaffidabilità ampiamente documentata,   la totalità degli studiosi della attuale centuriazione  continua a  riportare  tale carta, come esempio di “centuriazione romagnola”.    Questo per dire che occorre  evitare di partire  ” col piede sbagliato”. Pur tenendo conto che ogni area  è “una storia a sé”, le indicazioni che seguiranno,  se seguite con attenzione,   permettono,  come più volte è accaduto,   di rintracciare i quintari,     con una certa facilità. Per prima cosa, dovremo fare  alcune indagini  preliminari,   valide per ogni  area centuriata.   Avendo trovato alcune tracce di centuriazione, ricostruiamola tutta,   per una area abbastanza grande,   più o meno come doveva o poteva  essere,     sia per il verso dei cardini (Sud- Nord),   che per il  verso dei decumani  ( Est-Ovest).
Fig.1 Area centuriata con cardine e decumano massimo Al seguito di  questa indispensabile operazione,  disponiamo  di una   mappa  a forma di scacchiera della zona che vogliamo indagare, che, fra l’altro,   ci da  la possibilità di fare una importante verifica, rendersi conto  con quale tipo di centurie  è stata tracciata  tale centuriazione. La più comune  era quella di centurie  da  20x 20 actus,   cioè di  circa 705 metri di lato,   ma a  volte sono state usate centurie diverse,  in tal caso occorre controllare che la lunghezza dei lati  abbiano una corrispondenza con gli actus,  se così non fosse,  la centuriazione potrebbe anche non essere romana. Ad ogni modo, per procedere occorre verificare con esattezza  quale tipo di centuria è stata usata.    Due utili controlli:  dopo aver controllato se alcune strade tuttora  praticabili,  corrispondono  alle maglie della centuriazione,     si controlli pure se in alcune di queste si trovano allineati edifici religiosi, (pievi,  parrocchie, santuari),   oppure edifici civili, ( castelli, agglomerati piccoli e grandi),  in quanto in tal caso potremmo aver già individuato un quintario,  ma per sincerarsene occorre, oltre naturalmente al conteggio che  sarà spiegato,    fare uno
scavo in detta strada, se la larghezza  è attorno ai 4 metri,  potremmo dire che siamo stati “baciati dalla fortuna”  in quanto  faciliterebbe il proseguo della ricerca.    Dovremo  pure  darci   da fare,  per rintracciare  il cardine ed il decumano massimo,   impresa non facile,  il più  delle volte  queste due strade  si incrociavano al centro del forum romano, ma non sempre, in alcuni casi,  per svariate ragioni,   si incrociavano  fuori  dal centro urbano, ma occorre rintracciali. Il rintracciarli  è una  operazione  praticamente indispensabile.   Sperando in un esito positivo. Come individuare  correntemente i  quintari se la centuriazione è stata tracciata  con lo schema  Iginio Gromatico.
Fig.2 Saltus di Igino Gromatico
Iniziamo  dal cardine o decumano massimo. Punto di riferimento  di queste strade è quello di effettuare la sistemazione dei quintari e di
iniziare l’eventuale numerazione delle strade, come a suo tempo fu il punto di riferimento per iniziare la centuriazione. L’individuazione dei quintari è abbastanza facile,  dopo 5 centurie troveremo il primo quintario, dopo altre 5 il secondo, e cosi via. Così facendo vengono a formarsi dei  saltus di 25 centurie. Più problematico il conteggio e la numerazione sia delle strade centuriali che dei quintari.  A mio parere,  contrariamente alle indicazioni dei gromatici, e della totalità degli studiosi, il conteggio NON deve  iniziare dal Cardine o decumano massimo, se proprio vogliamo  dare  un numero  a questa strada,  metteremo uno  zero.  Conseguentemente  la prima strada centuriale avrà il numero uno ed altrettanto il primo quintario. Qualcuno potrebbe giustamente chiedere la ragione per cui  il conteggio non deve iniziare dal Cardine e decumano massimo. Domanda pertinente, una ragione c’è, se fosse quello l’inizio,  ci troveremmo nella paradossale situazione,  che ad una  unica linea corrisponderebbe ben tre strade:  il cardine o decumano massimo, un quintario ed una   strada centuriate.  Essendo tutte e tre incorporate in una unica linea, come potranno essere citate  in una mappa? Nell’impossibilità ci citarle tutte e tre, sicuramente sarà citata solo   la più importante , cioè il cardine o il decumano massimo, e delle altre due che ne facciamo? Le lasciamo lì,  facendo confusione? Oppure le  cancelliamo?    Sono fermamente convinto che alcuni  agrimensori romani si  saranno resi  conto che  seguendo alla lettera  le indicazioni di Igino, cioè iniziare  il conteggio sia dei quintari che delle strade centuriali,   includendo il cardine o decumano massimo, avrebbero creato  una   confusione interpretativa,  confusione che  col metodo sopra indicato, veniva eliminata. Il metodo  è praticamente perfetto, le strade centuriali  ci sono tutte,  e tutte progressivamente numerate, altrettanto i quintari.  Di fronte a questo tipo di centuriazione, Igino troverebbe la risposta al suo interrogativo, anzi non l’avrebbe neanche   formulata.    Vi sono molte tracce di questo tipo di centuriazione, cioè col saltus da 25 centurie, ma sono convinto che al seguito di una attenta indagine, constateremo  che invece,  più spesso di quello che crediamo,  sia  stato usato l’erroneo  schema Frontino, cioè saltus di 16 centurie.    Come individuare correntemente i quintari se la centuriazione è stata tracciata con l’erroneo  schema Frontino.
Fig.3
Saltus Frontino
 Anche in questo caso, l’individuazione è facile,  ogni 4 centurie un quintario,  percio  saltus di 16 centurie. Che questa è la sistemazione dei quintari,   non vi sono dubbi, l’ho potuto constatare  nel corso delle mie ricerche, per quanto riguarda il conteggio e la numerazione delle strade, la situazione si fa complicata.   Abbiamo già visto  la  confusione che si può creare iniziando il conteggio dal cardine e decumano massimo,  considerato che in questo caso  è stata usata tale pratica, non è facile ipotizzarne le conseguenze. Tentiamo una possibile ipotesi, considerato che il primo quintario e la prima strada centuriale, essendo  incorporate ai cardini o decumani massimi,  non possono essere visibilmente numerate, dovremo per forza  numerare solo le successive, conseguentemente la prima strada centuriale che troveremo,  dovrà essere contrassegnata col numero 2 ,
come pure con un 2  dovrà essere contrassegnato  il primo quintario.   Ipoteticamente  questo sarebbe il modo per  “limitare” i danni, ma rimangono molti interrogativi,   che solo con  il  ritrovamento di  un catasto, avente  questo tipo di centuriazione, si potrà  dare adeguate  risposte. La centuriazione di Imola e Faenza  è stata tracciata  con questo schema, errori e confusione compresi.  Tracce di tale centuriazione, sono state riscontrate  anche altrove, Minturno, Terracina ed in alcune zone della Francia, ma a mio parere è più diffusa di quello che pensiamo.      Pur senza spiegarne le ragioni, Frontino dice che questa  è una centuriazione “sbagliata”, aveva ragione,  la confusione è  ed era evidente, due strade, pur essendo esistenti, non  risultano nelle mappe,   non solo, con tale schema  venivano  formati dei saltus di 16 centurie, un saltus   che mal si prestava a creare un diverso  orientamento centuriale.
Fig.4
Centuriazione con diverso orientamento
Se per una insieme di ragioni poteva esserci  la necessita di cambiare l’orientamento della centuriazione, per esempio, a causa della non perfetta  pendenza del terreno, oppure per creare  un ben visibile confine di ager, si ricorreva alla pratica qui presentata. In questa maniera  venivano risolti  molti “problemi” fra cui il  rovinare il minor numero di centurie, e fare in modo che le strade dei due ager  continuassero a combaciare. Per far questo era indispensabile tracciare il confine con un quintario, (ecco un  esempio  dimostrante che i confini di ager venivano tracciati con dei quintari),  e la centuriazione  doveva essere stata tracciata con  lo schema delle 25 centurie.  Come ben dimostrato dal disegno, dopo 5 centurie di “apertura”,  troveremo lo spazio esatto di una centuria,  dopo dieci  centurie lo spazio esatto di due centurie, dopo 15 centurie lo spazio esatto di tre centurie ecc. Con un saltus formato da 16 centurie questo non era possibile, infatti occorreva tagliare  moltissime  centurie. Una curiosità da tenere presente, da Varrone si apprende che esistevano pure  dei saltus formati da quattro centurie,  un quintario ogni due centurie,  ebbene se queste quattro centurie venissero divise per 4, le centurie diventerebbero 16 ,   come  il saltus di Frontino, ma in tal caso le centurie sarebbero più piccole. Come è noto, quando si dice che i quintari ,  hanno pure il compito di delimitare i saltus,  di  25,  oppure 16 centurie, non sempre viene specificato la superficie di tali centurie, come pure non viene   specificato se queste devono essere  quadrate,  oppure rettangolari,  considerato che  vi sono tracce di almeno una ventina di diverse centurie, i saltus  delimitati dai quintari,  potrebbero essere diversi nella forma e nella superficie.   Come si può notare rintracciare i quintari non è una “impresa”  facile, ma neanche impossibile.    Il cercare di rintracciarli, indipendentemente dal risultato, è pur  sempre   un approfondimento che sicuramente
migliora la conoscenza della propria centuriazione, perciò,   una azione utile. Ultimissima curiosità, potrebbe anche accadere  di trovare due quintari appaiati, cioè alla distanza di una sola centuria, ebbene in tal caso il problema si complica.  Nel mio territorio ho trovato una situazione di questo tipo,  ma  penso di aver dato una esauriente spiegazione:  esistenza in loco di una antichissima via,  che per un certo periodo  ha avuto anche funzioni transumanti,  area interessata da  antichissimi confini e da due  percorsi di fiumi. Naturalmente,   non è detto che  in altri luoghi  le ragioni siano identiche, occorre studiarle. Un appello agli studiosi. Sono fermamente interessato a conoscere  le varie realtà locali, come pure sono interessato a conoscere i vostri  commenti. Gli antichi dicevano una cosa giusta:  I complimenti fanno piacere, ma non servono a niente, le critiche non piacciono, ma sono utilissime.                       Prego perciò  sintonizzarsi sull’utile, Buona ricerca.
Sgubbi Giuseppe Solarolo Ravenna  Ulteriore  mio recapito  Joselfsgubbus@libero.it
POSTILLA Ad articolo ultimato e spedito ad alcuni “addetti ai lavori”, uno studioso  di Pavia mi ha scritto  rivolgendomi una serie di domande:  ”per quale ragione,  nel conteggio  delle  strade del saltus di 16 centurie,  lei ha ipotizzato  la possibile  scomparsa  di  due strade, sia la  prima centuriale,  che il primo quintario? Quali le controindicazioni se nel conteggio  venivano indicate  entrambe le strade  col numero uno, come infatti è stato fatto nel saltus da 25 centurie? Giustissime domande che giustamente meritano una risposta.    Considerato che  non vi sono fonti che spieghino il comportamento degli agrimensori,  ho provato ad immaginarlo e per prima cosa mi sono fatto due domande:  i  quintari venivano tracciati subito, oppure in un secondo momento? La numerazione delle strade veniva effettuata subito, oppure  in un secondo momento? La risposta alla prima domanda sembra ovvia, sicuramente i quintari saranno stati tracciati subito, anche perchè  tale strada doveva essere più  larga delle centuriali.   Per la seconda domanda la riposta è dubbiosa,  subito o dopo?   Se fatta subito, potevano rendersi conto degli errori che stavano commettendo e rimediare,  per rimedio si intende fare invece il saltus  da 25 centurie  e conteggio relativo,  se fatta dopo, constatavano gli errori commessi, ma  non  vi era più la possibilità di rimediare. Vi sono buone ragioni per credere che la numerazione  venisse  effettuata in un secondo tempo, mentre i quintari venivano tracciati subito. Tracciando subito i quintari,   si saranno resi conto  che  creavano dei saltus da 16 centurie, ma non è detto che fosse considerato “un errore”.
 Conseguentemente:  gli agrimensori    esperti  non includevano il cardine e decumano massimo.    Subito od in seguito, numeravano progressivamente sia  i quintari,  che le strade centuriate,  e  vediamo la loro opera nei saltus da 25 centurie, Gli agrimensori con poca esperienza:   hanno incluso il decumano e cardine massimo,  hanno creato dei saltus da 16 centurie, conseguentemente  hanno creato la confusione   che constatiamo nei saltus da 16 centurie. La risposta che ho dato  all’amico di Pavia è questa: se gli agrimensori avessero iniziato il conteggio non includendo, avrebbero di fatto costruito solo dei saltus da 25 centurie,  perciò nessun problema. Purtroppo i fatti ,  cioè l’effettiva esistenza dei satus da 16 centurie, ci dicono che gli errori sono stati commessi e conseguentemente, come io ho ipotizzato, due strade,  pur essendoci,   risultano

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