IL TRAGITTO TERRESTRE SEGNALATO NEL
PERIPLO DELLO PS-SCILACE
Da tempo sostengo che l’attuale via
Lunga, una strada che dalla via Emilia(in corrispondenza della valle
del Senio), arriva nei pressi di Spina,abbia le caratteristiche
necessarie per poter formulare l’ipotesi che possa corrispondere
al tracciato terrestre segnalato nel periplo dello Ps-Scilace.
Vediamo cosa è scritto in detto
periplo: Gli Etruschi con la città greca di Spina, distante 20
stadi dal mare, lungo il fiume Eridano, e distante 3 giorni di
cammino da una città Etrusca sul Tirreno.
Tutti gli studiosi concordano che detta
strada è la più antica citata dalle fonti, mentre invece al
riguardo della individuazione del possibile antico percorso, i pareri
non sono concordi.
A parere di alcuni, il tracciato
potrebbe corrispondere a: Spina, Ravenna, Faenza, valle del Lamone,
Firenze, Pisa. Per altri invece potrebbe essere : Spina, Bologna,
valle del Reno, Pisa. TRALASCIANDIO LA POCO CREDIBILE AFFERMAZIONE
CHE IN SOLI TRE GIORNI DI VIAGGIO FOSSE POSSIBILE PERCORRERE NON
MENO DI 200 Km, e pur considerando Pisa la città etrusca del
Tirreno,anche se non espressamente citata nel periplo,vediamo,
tenendo conto in particolare della possibile praticabilità dei vari
percorsi, a quale tragitto può invece corrispondere.
Poco probabile il percorso Spina,
Ravenna , Faenza, valle del Lamone: a quei tempi nel tratto
Spina-Ravenna sfociavano vari fiumi romagnoli, perciò ben
difficilmente in quel tratto poteva esserci una strada ben
praticabile, basti pensare che all’epoca dell’Itinerario
Antonimi,almeno 4 secoli dopo il periodo che stiamo trattando, buona
parte del tragitto Spina-Ravenna , si faceva solo in barca.
Altrettanto difficoltoso era il
tragitto Spina, Bologna, valle del Reno; oggi , pur essendo più
lungo, sarebbe un discreto tragitto, ma all’epoca occorreva
attraversare vari fiumi e vastissime paludi. Perciò a mio parere e
per un insieme di validi ragioni, non solo perché più corto, ma in
quanto l’unico praticabile, era quello che attualmente corrisponde
alla già ricordata via Lunga.
Le ragioni che porto sono queste: ove
attualmente è tracciata la via Lungo, vi è da tempi antichissimi
una lingua di terreno molto alta, quasi fosse una sottile penisola,
, non a caso il Santerno fu costretto a deviare il suo percorso, ed
il Sillaro non riuscì mai a superala, ebbene tale alta fascia di
terreno, esente da alluvioni e sopraelevata rispetto alle paludi, ben
presto si prestò ad essere usata come via di comunicazione
terrestre.
L’esistenza in loco di un terreno
alto ed asciutto anche in tale epoca, ce lo conferma l’archeologia;
lungo tale via, per molti Km verso la bassa e a pochissima
profondità, meno di un metro, vi sono moltissimi abitati
preistorici.
Perciò lungo la via Lunga per quanto
riguarda il percorso da Spina fino ai piedi delle colline. Per poi
attraversare gli Appennini, si poteva scegliere la valle del Lamone,
del Santerno, del Sillaro od altre valli, ma, a mio parere , la più
comoda era quella del Senio.
Ho fatto in modo che questa mia ipotesi
fosse conosciuta da qualche studioso del “ramo”, ma devo
riconoscere che non ha avuto molta “fortuna”,infatti, è stata
accolta con un generale scetticismo. (Siamo negli anni ottanta, fra
qualche decennio, lo scetticismo sarà dai fatti costretto a
scomparire).
Recentemente ho avuto la possibilità
di venire a conoscenza di una delle ragioni per cui le mie ipotesi
non sono state prese nelle dovute considerazioni: uno studioso mi ha
rivolto questa domanda: ma perché signor Sgubbi parla solo degli
Spineti che dovevano dirigersi verso Bologna e non del Bolognesi che
dovevano dirigersi verso Spina?.
Questa domanda, se ho ben capito, mi
permette di conoscere una delle ottiche con cui gli studiosi vedono
la vicenda: gli Etrusci arrivano dalla Toscana, fondano
Marzabotto,, Felsina, Mantova ed altre città padane ed usano Spina
come porto dell’Adriatico, perciò non si vedrebbe la necessità di
un transito lungo la valle del Senio, tanto meno per arrivare a
Spina si debba necessariamente percorrere un lungo tratto di strada
ai piedi delle colline per poi usare la via Lunga.
Prendo atto che il ragionamento
potrebbe essere logico, ma fra le altre cose non si tiene conto di
due importanti particolari: Primo: i sassi della Spina etrusca
provengono dalle colline romagnole , o meglio ancora, dalla valle
del Senio,, , se vi fosse stata una direttrice antica fra Spina e
Bologna, fra l’altro sarebbe stata più breve, il materiale sassoso
sarebbe di provenienza bolognese. Secondo: la presumibile strada
Spina- Bologna non è ancora stata rintracciata, come si spiega? Non
può essere trovata in quanto a mio modesto parere non esisteva|.
La direttrice che io propongo può
essere stata usata in precedenza da popolazioni arrivate in zona in
tempi antichi,(Pelasgi fondatori della prima Spina, Micenei per
andare nella Italia centrale, altri popoli ricordati nelle saghe
argonautiche, dai Dardani ed eroi fuggiti da Troia, e perciò
dagli Spineti.)
Naturalmente questo tragitto poteva
essere usato anche per scopi diversi:A per raggiungere Felsina(via
Lunga, per uscire dalle paludi e poi deviando a destra percorrendo
una antica via corrispondente alla attuale via Salaria. B :per
dirigersi in Toscana (via Lunga fino ai piedi delle montagne e
proseguire lungo la valle del Senio) L’ambra tipo “tirinto” ,
il materiale etrusco e la ceramica micenea , reperti rinvenuti in
detta valle, dimostrano che tale transappenninica è stata usata
ininterrottamente dall’epoca “pelasga” all’epoca Etrusca.
Sgubbi Giuseppe
Solarolo 1986